Ecco un modo creativo e decisamente originale per riciclare un, tanto vecchio quanto malandato, ombrello, agevolando un’economia circolare e sostenibile.
Lasciarsi trasportare dal flusso creativo e fantasioso spesso è una buona soluzione. Anche solo con un ombrello ormai deteriorato e non funzionante è possibile creare veramente di tutto senza alcun limite. Nello specifico andremo a proporre una soluzione davvero originale per trasformare un vecchio ombrello in un vaso. Per essere ancor più precisi, un vecchio ombrello si trasforma in un perfetto vaso sospeso, perfetto da appendere con un gancio o un chiodino direttamente all’ingresso della nostra abitazione e, ottimo per accogliere chi ti viene a trovare.
Il concetto è quello di supportare un’economia circolare, improntata verso il riciclo ed il riutilizzo di materiali all’apparenza inutili ed obsoleti, ma in realtà tutto ciò ci permette di risparmiare denaro e non inquinare in maniera non sostenibile e nociva, in primis, per noi stessi. Invece di buttare il nostro ombrello usurato e, le cui bacchette non stanno più nella loro posizione originale l’opzione e quella di riciclarlo creativamente sfruttando i benefici dell’economia circolare, come detto risparmiando ed evitando di produrre nuovi rifiuti.
La prima cosa che andremo a fare sarà quella di chiudere il nostro ombrello con un l’apposito nastro. L’idea qui è quella di legarlo come normalmente fa il laccetto che lo tiene fisso. In seconda battuta andremo ad appendere l’ombrello alla porta, oppure, laddove sarà a disposizione un gancio che lo tenga ben sospeso. Una volta appeso infileremo poi i fiori nella sporgenza dell’ombrello come se fosse un vaso. A questo punto immaginiamo che, risolvere la questione acqua non sia poi un grande problema.
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Basterà infatti versarla, cercando di assicurarci che non ci siano falle, fin sul fondo. Per i più scrupolosi, infine, c’è la possibilità di abolire completamente l’acqua, ricorrendo all’utilizzo di fiori secchi o alle perfette imitazioni di quelli finti.
A cura di Jacopo Ioannilli