Rafano: un alimento poco conosciuto che dovresti usare spesso in cucina | Come e perché

Come e perché è molto consigliato l’impiego del rafano in cucina. In che cosa consiste questo particolare ingrediente ed in che modo ci fa bene.

Delle radici di rafano
Delle radici di rafano (Canva – inran.it)

Il rafano in cucina può avere una grossa importanza, per via prima di tutto delle sue proprietà nutrizionali. Si tratta di un ortaggio importato nel corso del tempo dall’Asia e che si presenta come una radice dal colore bianco sporco. Il suo sapore trasmette al contempo una sensazione di piccante e di amaro.

In natura il rafano che poi portiamo in cucina viene estrapolato da delle piante che in media raggiungono il mezzo metro di altezza e che hanno delle piante di grosse dimensioni. Il loro colore è spesso di un verde vivo e le dimensioni delle foglie stesse sono alquanto voluminose. Si tratta di una pianta perenne, che quindi sopravvive anche nel corso dei periodi più freddi dell’anno.

Invece la radice del rafano ha una forma cilindrica e viene ritenuta commestibile solo se estratta da piante che abbiano compiuto come minimo i due anno. Detto ciò, diamo uno sguardo ai valori tradizionali di tale prodotto della natura.

Rafano in cucina, perché è utile

Tre radici di rafano
Tre radici di rafano (Canva – inran.it)

Il rafano è ritenuto un buon analgesico, utilissimo in particolar modo per lenire quelli che sono i dolori di tipo muscolare. Inoltre anche il fatto di essere piccante accosta questa pianta a delle caratteristiche di tipo analgesico, perfette per curare i malanni di stagione come il raffreddore ed il mal di gola. E per finire, si consiglia la assunzione del rafano anche per contrastare la ritenzione idrica.

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Sono pochissime le calorie contenute in appena cento grammi di questa radice. Appena 48 kcal. Mentre, di contro, è elevato il contento di vitamina Ce di acido folico. Il sodio è molto scarso e quindi questo fa si che l’impiego del rafano sia consigliatissimo, nonostante qualche possibile effetto collaterale.

Chi è affetto da problemi ai reni e di tipo gastrointestinale farebbe meglio ad evitarlo. Un abuso poi potrebbe anche essere alla base di mal di testa. Ed anche chi ha complicazioni alla tiroide non dovrebbe mangiarne. Per quanto riguarda la dose quotidiana consigliata, non si dovrebbe andare di più di 0,2 mg di rafano per chilo del proprio peso corporeo. È una vera e propria spezia da impiegare in cucina dopo averla grattugiata, il più delle volte. Darà a molti vostri piatti un sapore speciale.

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