Buone notizie per gli amanti della pizza: arriva lo studio che ribalta tutto

Anche se leggermente bruciacchiata, si può consumare lo stesso una pizza napoletana o si mette a rischio la salute? Cosa dicono gli esperti.

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Pizza Margherita cotta la forno (Canva) – Inran.it

Uno dei grandi piaceri della vita, mangiare la pizza mette sempre buonumore, ed è uno dei piatti più buoni che esistano al mondo. Poi, per noi italiani, la pizza è una questione di religione. Recentemente, sono stati sollevati alcuni dubbi circa le parti bruciate dell’impasto durante la cottura al forno a legna. Queste sono cancerogene o si possono tranquillamente consumare?

Che l’impasto sia leggermente bruciacchiato è del tutto normale, anzi, altrimenti la pizza non raggiungerebbe mai la giusta densità e risulterebbe troppo poco cotta. Quindi si può serenamente consumare così come siamo abituati a fare? Gli esperti dell’Accademia dei Georgofili dicono di sì, possiamo stare tranquilli.

Perché possiamo consumare serenamente la nostra pizza bruciacchiata

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Pizza Margherita in tavola (Canva) – Inran.it

Gli esperti dell’Accademia dei Georgofili, la storica istituzione fiorentina nata nella metà del 1700, tranquillizzano tutti. La pizza si può mangiare tranquillamente, anche le parti bruciate sono commestibili e non fanno male alla salute. Solitamente, a essere leggermente carbonizzato è il cornicione, e in tanti lo scansano per paura che possa essere nocivo.

In realtà, come affermano gli esperti, i livelli di acrilammide sono bassi e non incidono sulla nostra salute. Gli esperti ne hanno parlato durante la giornata dedicata alla “Pizza napoletana tra tradizione e innovazione”, sciogliendo ogni dubbio sulla cancerogenicità della pizza, nella quale si possono trovare diverse parti contenenti tracce di acrilammide.

L’acrilammide è una reazione cancerogena che avviene quando un cibo viene cotto ad alte temperature. Si trovano tracce nel cornicione o nel fondo della pizza, tuttavia, i livelli che si rintracciano non sono allarmanti e non hanno incidenza sulla nostra salute.

Insomma, la parte bruciacchiata non fa male, come evidenziano, tra l’altro, alcuni test in laboratorio effettuati dai ricercatori dell’Università di Napoli. I livelli di acrilammide restano bassi per via dei tempi di cottura dell’alimento, molto brevi nel forno a legna, che si aggirano sui 90 secondi.

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Secondo i dati forniti dalle ricerche dell’Università di Napoli Federico II, la superficie della pizza che si brucia corrisponde al 3% del totale, una percentuale irrisoria per essere considerata cancerogena. Insomma, tutti gli amanti della pizza possono stare sereni, si tratta di un alimento del tutto sicuro. Anche quando una pizza risulta troppo cotta e bruciata, va bene lo stesso, non fa male.

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