Come e perché sarebbe nata la prima stretta di mano della storia. Le teorie in merito sembrano davvero essere fondate e concrete, c’è da stupirsi.
A quanto risale la prima stretta di mano della storia? In che modo nacque questo gesto che a tutti quanti noi oggi appare come normalissimo? E quanto altro ne sappiamo? Parliamo di un gesto che esprime calorosa accoglienza e che intende esprimere fiducia nei confronti di coloro che abbiamo di fronte e che intendiamo accogliere.
E tanto la prima stretta di mano della storia quanto l’ultima data al mondo in ordine di tempo hanno avuto l’intenzione di porsi sullo stesso piano di altri gesti di fratellanza e di benevolenza. Molte volte è servito in passato come adesso anche come “sigillo morale” per siglare un accordo, quasi come se fosse un ideale sigillo messo dalle parti in causa. Inoltre ha una grande importanza anche in ambito religioso.
E parliamo di una azione che gli uomini sono soliti compiere da migliaia e migliaia di anni. Infatti la prima stretta di mano della storia ha un retaggio che affonda le proprie radici sin nell’antichità. Ci sono degli indizi che lasciano intuire per quale motivo lo stringere le mani di un altro, soprattutto se si trattava di uno straniero o comunque di un estraneo, sia sorto.
Sembra che il suo scopo originario fosse quello di presentarsi in pace. Con lo stringere le mani si dimostrava di non avere alcuna arma tra le mani (e quelle purtroppo pure esistono da millenni, n.d.r.) ed anzi, si faceva capire all’altro di offrire in qualche modo qualcosa di sé.
Di raffigurazioni di strette di mani sui reperti antichi ne esistono a migliaia, riportate ovunque, tra rappresentazioni su vasellame, su lastre tombali, dipinti e quant’altro.
E se ne parla anche in opere letterarie antiche, come l’Iliade e l’Odissea, assieme ad un altro gesto altrettanto importante e di supplica: quello dello stringere in un abbraccio le ginocchia di chi si stava implorando (lo fa il re troiano Priamo con l’implacabile Achille per riottenere il cadavere di suo figlio Ettore, n.d.r.).
Stringere la mano è un gesto di pace come anche di amore. Come fa Orfeo con la sua Euridice una volta giunto all’uscita dall’Oltretomba. Peccato che lì però sia finita male. Ed in secoli ed in civiltà diverse, l’importanza di questo gesto ha conosciuto anche una maggiore evidenza, a volte.
Vedesi i quaccheri che si sono poi diffusi in particolare tra i coloni d’America, in quelli che presto sarebbero diventati gli Stati Uniti.
Per i quaccheri vigeva una eguaglianza tra tutti i membri della loro comunità. Ed un gesto semplice ed immediato come una stretta di mano rappresentava il modo più consono per salutarsi tra loro. Tra l’altro scopri perché il saluto è a sua volta un momento molto importante non solo in ambito sociale.
Questo comunque è, in ogni caso, un gesto di estrema fiducia. Che portava già ai tempi le persone coinvolte a fidarsi l’una dell’altra al punto da scambiarsi reciprocamente i propri germi.
Ne ha parlato la ormai defunta professoressa Val Curtis, scomparsa ad ottobre del 2020 ed esperta in molti ambiti, specialmente in ambito epidemiologico, sanitario e comportamentale.
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La professoressa Curtis lavorava alla London School of Hygiene and Tropical Medicine. Fu sua l’ipotesi del “condividere i germi” come estrema forma di fiducia. E le sue idee fanno capire molto bene come sia importante mettere in pratica un gesto così semplice ma al tempo stesso così profondo.