Si tratta di uno dei libri più discussi ritrovati in Italia, un mistero che alimenta varie considerazioni: è l’Hypnerotomachia Poliphili.
L’Hypnerotomachia Poliphili è il titolo di un libro misterioso, stampato nel 1499, a Venezia. Dalla tipografia del celebre Aldo Manuzio viene stampato questo tomo dal titolo latino, che significa “Combattimento amoroso di Polifilo in sogno”. Si tratta di un romanzo, corredato da bellissime litografie, ma chi lo ha scritto? L’autore è ancora oggi ignoto.
Aldo Manuzio può essere considerato il primo stampatore moderno della nostra penisola. Di origine laziale, lo stampatore si trasferì a Venezia, all’epoca città in pieno fermento culturale, per sperimentare il sistema di stampa introdotto da Gutenberg pochi anni prima. Manuzio inizia proprio a Venezia a stampare i classici greci e latini, diffondendoli sul mercato.
La Venezia dell’epoca era una città dinamica, ricca, popolata da numerosi intellettuali. Qui erano stati portati numerosi libri introvabili, anche antichissimi. Da Venezia, infatti, si fa partire la stampa moderna, il nuovo mercato letterario, che ben presto si diffonde nel resto d’Italia, e poi nel resto del mondo. Aldo Manuzio aveva a disposizione una miniera d’oro, una miniera pronta ad essere stampata.
La storia e l’origine dell’Hypnerotomachia Poliphili sono del tutto misteriose, e lo erano persino per lo stesso Manuzio, il quale rimediò una copia di questo romanzo su un banco, o almeno così si vocifera. Attratto dal linguaggio forbito, onirico e particolare, lo stampatore decise di portarlo nel proprio studio, per leggerlo attentamente e per stamparlo.
Molti termini, all’interno del testo, sono scritti in greco, altri in latino, inoltre ci sono numerosi riferimenti alla mitologie e all’antichità. Ci sono anche dei geroglifici, che rimandano ovviamente all’antico Egitto. Le incisioni, invece, sono ben 172, tutte bellissime e particolari. La trama del romanzo viene raccontata dallo stesso protagonista, in prima persona.
È ambientato a Treviso, nel 1467, e il protagonista ha un nome: Polifilo, il quale sogna di ricongiungersi con la sua amata, Polia. Nel sogno, l’uomo affronta diverse avventure fantasiose, popolate da creature bizzarre, mostri e ninfe. Grazie all’intervento di Venere e di Cupido, Polifilo ritrova la sua amata, riuscendo a riportarla in vita, risvegliandola dal sogno.
Ma è lo stesso Polifilo a risvegliarsi dal sogno, perdendo così l’amore. Era stato tutto un sogno? Rimandi alla Divina Commedia di Dante e all’Asino d’Oro di Apuleio compaiono in tutto il romanzo, ma chi è l’autore? Le iniziali dei 38 capitoli formano una frase: Frate Francesco Colonna Amò Infinitamente Polia. Qui emerge un altro mistero, Chi era Francesco Colonna?
SE TI VA PUOI ISCRIVERTI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM E SEGUIRE I NOSTRI VIDEO E LE NOSTRE STORIE SU INSTAGRAM e TIKTOK
Era il principe romano, signore di Palestrina, frate dell’accademia romana di Pomponio Leto, oppure era il Francesco Colonna, frate domenicano di origine veneziana? Ma l’autore dell’opera potrebbe essere chiunque, persino lo stesso Aldo Manuzio. Certamente, resta ancora oggi un mistero, un volume così affascinante, ricco di simboli.