Vestiti che buttiamo via: che fine fanno una volta gettati? Il retroscena che nessuno di noi si aspetterebbe mai, i dettagli.
Potrebbe sorprendere sapere che circa l’85% dei prodotti tessili gettati via viene gettato in discarica o bruciato, compresi i tessuti inutilizzati e gli abiti invenduti. Inoltre, si stima che l’americano medio getti via circa 37 kg di vestiti ogni anno, pari al peso di un bambino di 11 anni! Per darvi un’idea di quanto sia grande la crisi globale dei rifiuti tessili, immaginate un camion della spazzatura pieno di tessuti e vestiti che vengono gettati nelle discariche ogni singolo secondo del giorno, ogni anno.
Cosa succede ai vestiti che buttiamo via? Da non credere
Anche se cercassimo di riciclare tutti i nostri vecchi abiti, è importante riconoscere che molti di questi tessuti – circa il 60% – non sono riciclabili, ed è per questo che finiscono in discarica o bruciati. Molti dei nostri vestiti sono fatti con la plastica. Alcune delle fibre sintetiche presenti nei nostri vestiti sono chiamate polietilene tereftalato (PET) o, più comunemente, poliestere, nylon, acrilico e altri.
Queste fibre sono ricavate dal petrolio grezzo, il che le rende quasi impossibili da riutilizzare in altri modi, cioè non possono essere riciclate o composte. Esistono numerose fibre ecologiche che potrebbero sostituire la plastica nei vestiti, ma poiché non ci sono restrizioni o leggi, l’industria della moda continua a partecipare attivamente all’utilizzo di fibre di plastica nei propri abiti.
Produttori e rivenditori di abbigliamento sono la causa principale dell’inquinamento
Gran parte dei rifiuti di abbigliamento proviene dai produttori – 13 milioni di tonnellate di tessuti ogni anno – e dagli stessi rivenditori di abbigliamento. I produttori producono una quantità eccessiva di capi di abbigliamento e i rivenditori finiscono per avere un eccesso di scorte: con il cambio di stagione, l’invenduto finisce per essere gettato nelle discariche. I produttori hanno il controllo delle fibre utilizzate nei loro tessuti e della quantità di prodotti che producono.
L’industria della moda produce circa il 30-40% in eccesso ogni stagione, contribuisce a circa il 10% di tutte le emissioni globali di carbonio ed è il secondo peggior colpevole al mondo in termini di inquinamento dell’acqua e della plastica. Ricordate le fibre di plastica nei vostri vestiti? I nostri vestiti finiscono per contribuire all’inquinamento da microplastica nei nostri oceani, danneggiando la vita marina e contribuendo al cambiamento climatico. È chiaro che la sovrapproduzione tessile sta danneggiando il nostro pianeta.
Se siamo consapevoli di come la sovrapproduzione di abbigliamento e di altri prodotti tessili influisca direttamente sul pianeta e sulla popolazione umana, perché i produttori e i rivenditori continuano a portare avanti questo ciclo? Inoltre, perché continuano a utilizzare fibre di plastica quando ci sono materiali più rispettosi della terra che possono essere utilizzati al posto della plastica?
È ora che i produttori di abbigliamento inizino a fare la loro parte, a porre fine alle loro pratiche di spreco e a smetterla di distruggere gli abiti in eccesso. Come consumatori, possiamo iniziare a sostenere i produttori eco-compatibili perché, diciamocelo, lo spreco è fuori moda.