Storie di fantasmi nei castelli italiani: esistono davvero o sono soltanto una leggenda? Il parere degli esperti su una questione di lunga data.
Quando si pensa alla letteratura gotica, si pensa a castelli, edifici maestosi e antichi, spesso associati a un’epoca, il Medioevo, considerata misteriosa e “oscura” (anche se storicamente non era proprio così, ma questa è un’altra storia). I castelli italiani sono così tanti e così incredibilmente meravigliosi che abbiamo persino dedicato loro una serie di articoli.
I castelli che andiamo a vedere oggi sono davvero speciali, perché hanno, o almeno così dicono le leggende, abitanti molto speciali: i fantasmi. Ecco alcuni dei castelli italiani più famosi e spettrali. Sentitevi liberi di avere paura.
Fantasmi nei castelli italiani: i più suggestivi da visitare
Partiamo con il botto: una bella donna fedifraga, due matrimoni, decine di amanti. Omicidi, tantissimi omicidi. È questa, in sintesi, la storia che si cela dietro l’infestazione del Castello di Issogne, in valle d’Aosta. Il castello fu costruito sulla riva destra della Dora Baltea, nel centro della cittadina alpina di Issogne.
I primi documenti che ne attestano l’esistenza risalgono alla metà del XII secolo, ma l’apice del suo splendore fu certamente raggiunto nel primo Rinascimento. Fantasmi o no, il castello merita una visita: il suo cortile interno, impreziosito da una preziosa fontana del melograno e da coloratissimi affreschi, è sorprendente.
Il castello fu dimora di Bianca Maria di Challant, che si dice viva ancora nelle sue stanze. Bianca Maria si sposò per la prima volta molto giovane, con Ermes Visconti di Somma, ma perse il marito poco dopo. Si risposò con un altro nobile, il conte Renato di Challant, proprietario del castello, ma anche questa unione fu sfortunata.
La donna era giovane, bella e le piacevano gli uomini; era anche una contessa, quindi in pratica poteva scegliere chiunque le piacesse. Fin qui, penserete, niente di strano: in fondo, la storia insegna che l’infedeltà era la norma nelle famiglie nobili del Medioevo e non solo.
Bianca Maria, però, non voleva che la gente venisse a conoscenza delle sue scappatelle, quindi dovette eliminare la principale fonte di informazione su di esse: i suoi amanti. Fece uccidere molti dei suoi amanti e alla fine fu condannata a morte per decapitazione. Fu giustiziata a Milano, ma la sua anima tornò a Issogne, dove vive tuttora. È stata vista da molti testimoni, che la descrivono come una bella giovane donna, sempre sorridente e molto affascinante, che ama elargire baci a chi è più ricettivo alla sua presenza.
Piemonte: Castello della Rotta, il luogo più infestato del Paese
Cavalieri, contesse, monaci, processioni di fantasmi: tutto questo è stato visto al Castello della Rotta. Questo castello di epoca medievale (la sua prima pietra fu posta probabilmente nel XII secolo) è stato costruito in una zona isolata, a circa 10 km dalla città di Moncalieri. È circondato da tre fiumi – il Po, lo Stellone e il Banna – e molto probabilmente fu costruito per scopi difensivi e strategici. Tutte le leggende inquietanti legate al castello sembrano avere origine dal fatto che fu una roccaforte dei Templari per più di 300 anni. Il fatto che non sia lontano da Torino, una città notoriamente magica, ha certamente aumentato il suo credito spettrale.
Leggende ed esperienze paranormali cominciarono a essere raccontate all’inizio del XX secolo: il castello era in preda al panico e cominciarono a circolare storie sui suoi abitanti soprannaturali. Tuttavia, è solo negli anni ’80 che il Castello della Rotta ha ottenuto il dubbio riconoscimento di luogo più infestato d’Italia, dopo che la quantità di testimonianze su presenze fantasma è aumentata in modo esponenziale.
Dicono che nelle sue stanze e nei suoi giardini si aggirino regolarmente un cavaliere a cavallo, un prete malvagio, una processione ecclesiastica – che compare solo il 14 giugno – una nobildonna, un cardinale, una bambinaia e un uomo vestito di nero. La storia del cavaliere è in qualche modo confermata dal ritrovamento delle sue ossa, insieme a quelle del suo cavallo. Hanno rinvenuto i resti umani, sepolti nel terreno del castello. Insieme a una croce di ferro, che i testimoni hanno detto di aver visto anche sul fantasma.
Emilia-Romagna: il castello di Montebello e Azzurrina, la ragazza dei sette secoli
Il castello di Montebello è un bellissimo edificio, recentemente ristrutturato e aperto al pubblico. Ancora oggi proprietà di un’antica famiglia nobiliare italiana, i Conti Guidi di Bagno, il castello ospita, dal 1370, la giovane Guendalina (o Adelina), figlia di Ugolinuccio, feudatario di Montebello di Torrione.
La leggenda narra che Guendalina fosse albina e che i suoi genitori, probabilmente per proteggerla dalla comune credenza medievale che gli albini fossero legati al diavolo, fossero soliti tingerle regolarmente i capelli di nero. A causa della natura delle tinture utilizzate e del fatto che i capelli degli albini non trattengono i pigmenti con la stessa facilità di altri tipi di capelli, le ciocche di Guendalina non erano nere, ma azzurre, proprio come i suoi occhi, da cui il nome con cui è comunemente conosciuta, Azzurrina.
Nel solstizio d’estate del 1375, durante un tremendo temporale, Azzurrina scomparve nelle cantine del castello e nessuno ritrovò mai il suo corpo. Ogni cinque anni, però, torna a casa sua nel giorno della sua scomparsa, piangendo e urlando.
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Ma cosa sappiamo in realtà di Azzurrina? Molto poco e le nostre fonti sono solo pseudo-storiche: molti tramandano la sua storia oralmente per generazioni e messa per iscritto solo all’inizio del XVII secolo da un sacerdote locale. Tuttavia, il mistero circonda questo documento, poiché nessuno lo ha mai visto. Qualcosa di certo è la fama generale di fantasma del castello, dato che documenti del XIX secolo parlano di infestazioni e apparizioni non legate ad Azzurrina.