Chi è dotato di intelligenza emotiva e che cosa significa questo importantissimo concetto. Ci sono tante ricerche e studi in proposito.
Che cos’è l’intelligenza emotiva? Si tratta di un fattore che può influenzare in maniera molto importante, ed in positivo, i nostri figli. Perché è un qualcosa che si presenta sin dalla tenera età. Con questa locuzione si intendono la consapevolezza e la capacità di un individuo di manifestare i propri sentimenti e di gestirli in pieno rispetto degli altri.
Si può facilmente capire come sia quindi un qualcosa di importante. Ed è quindi bene approfondire questo discorso. Capire cos’è l’intelligenza emotiva può davvero fare la differenza in meglio, perché tutto ciò è in grado di portare le persone a maturare capacità empatica, comprensione, altruismo, buona volontà e tante altre sensazioni positive.
Ed ancora, sapere cos’è l’intelligenza emotiva è un bene anche per maturare una più efficace capacità di fare conoscenza con gli altri e di relazionarsi. Tornando ai bambini, è fondamentale che loro maturino le capacità di conoscere nuovi amichetti e di coltivare rapporti interpersonali mediante il gioco e lo studio.
Persone divenute adulte e che hanno raggiunto posizioni sociali e lavorative elevate hanno confermato, nel novero di diversi studi appositamente condotti, come il loro coltivare le rispettive intelligenze emotive abbia contribuito a rendere più facili le cose. Si riescono a capire meglio i caratteri, i bisogni e le esigenze altrui e si impara ad essere più pazienti.
Vivere in questo modo sin dall’infanzia è una vera e propria palestra che fornisce la migliore preparazione possibile nel fare apprendere come funziona il mondo e quali siano i comportamenti migliori da mettere in pratica per stare bene. Con sé stessi e con gli altri.
In base a questi studi, i bimbi dall’età media di 5 anni che più si prestavano alla condivisione ed alla cooperazione con i loro pari età hanno mostrato probabilità maggiori di riuscire a conseguire dei titoli di studio elevati e di potere cominciare ad essere autonomi già ad una età ancora molto giovane, sui 25 anni circa.
Per cui i genitori farebbero bene ad incentivare queste inclinazioni e questi modi di fare che sono anche espressioni di bontà e di socialità. Sempre gli studi condotti in proposito hanno anche confermato come queste inclinazioni contribuiscano anche a tenere alla larga condizioni e malattie importanti come la depressione ed altre patologie emotive e mentali.
Tali capacità sembrano essere innate nei bambini, ma il sostegno degli adulti è fondamentale nel rendere la cosa più o meno marcata. E questa cosa potrà avvenire evitando di mettere pressione sulle loro spalle. Ad esempio se hanno preso un brutto voto a scuola oppure se hanno perso in una competizione.
Quante volte assistiamo a notizie in cui i genitori dalle tribune insultano l’arbitro o l’allenatore per delle decisioni che hanno penalizzato i loro figli? Ecco, questo è esattamente quello che non deve accadere se davvero li si vuole aiutare a sviluppare la loro intelligenza emotiva.
Dando loro esempi negativi, cresceranno esattamente come un genitore che non si rende conto per l’appunto di essere un modello da non seguire, con comportamenti, pensieri ed atteggiamenti non rispettosi degli altri.
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Per meglio insegnare la strada giusta ad un bambino è necessario empatizzare con lui, accentuare gli aspetti positivi ed affrontare insieme quelli negativi, facendogli capire perché quest’ultimi sono capitati ed in che modo è possibile superarli. Insieme, e specialmente con il dialogo.