Il dibattito in proposito dura da tempo: giocare ai videogiochi fa bene o fa male? Gli studi più recenti finalmente non lasciano dubbi.
Giocare ai videogiochi fa bene o fa male? C’è molta disinformazione su questo argomento, a cominciare dalla convinzione, per molti, che si tratti di un qualcosa per bambini. In realtà non è più così da anni e se entrate in un negozio specializzato oppure nel reparto dedicato di uno dei tanti nomi di elettronica presenti ve ne potrete rendere conto.
Molti videogames sono rivolti ad un pubblico adulto, per le storie raccontate e per la caratterizzazione dei personaggi. Esistono videogiochi che sapranno farvi commuovere e riflettere (alcuni titoli: The Last of Us, Final la serie di Fantasy, quella di Metal Gear Solid…) più di molti libri e film. E che sono capaci di creare una empatia con noi videogiocatori che quei personaggi li guidiamo, prendendo delle scelte spesso cruciali.
In ambito scientifico, giocare ai videogiochi fa bene o fa male? Di studi in proposito ne sono stati condotti moltissimi, nel corso degli anni. Gli stessi si sono svolti anche tenendo conto dello sviluppo velocissimo conosciuto da questo medium. Si è passati dai pixel degli anni Settanta e Ottanta ad un 3d dapprima grezzo e poi sempre più teso al fotorealismo di quello che è il periodo attuale. La grafica dei videogiochi odierni vi lascerà senza parole.
Giocare ai videogiochi fa bene o fa male
Proprio queste nuove possibilità hanno consentito alle varie case sviluppatrici di potere raggiungere l’eccellenza anche in fatto di proposta emotiva. Oltre al potere esplorare nuove possibilità. L’online nei videogiochi è un traguardo raggiunto piuttosto di recente e che si è consolidato poco dopo il Duemila, andando ad affiancare la modalità tradizionale del single player.
Oggi queste due versioni sono nettamente divise tra loro ed un videogioco può essere totalmente giocabile o solo in singolo o solo in multiplayer online. Con a volte dei casi in cui tali aspetti poi possono anche coesistere. Ma a noi interessa sapere se giocare ai videogiochi faccia bene o male.
Ebbene, il videogiocare richiede l’impiego anzitutto della vista, ed al contempo anche dei riflessi e di diverse capacità di interpretazione e sviluppo delle informazioni da parte del cervello, oltre ce di pensiero. A parlarne è l’Università Aperta della Catalogna, in collaborazione con lo statunitense Massachusetts General Hospital di Boston.
Quali sono i vantaggi di giocare ai videogiochi?
Queste rilevazioni accademiche hanno trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Frontiers in Human Neuroscience“. E la conclusione è la seguente: videogiocare in maniera sapiente fa più che bene alle persone. Bisogna farlo nei modi giusti, dedicandovi il tempo che di solito usiamo per guardare un film, ad esempio.
E facendo delle necessarie pause ogni mezzora circa, per qualche minuto. Cosa che protegge la vista. Per quanto riguarda l’aspetto scientifico, i videogiochi stimolano l’attività dei neuroni, sollecitando reattività ed attenzione. Inoltre risultano più affinate le capacità strategiche, decisionali e gestionali, oltre quelle aree del cervello deputate al funzionamento in ambito spaziale e visivo.
I videogiocatori abituali sembrano avere anche un ippocampo destro più grande. E si ha una ottimizzazione della gestione delle risorse. Tutti effetti positivi che possono essere anche trasposti ad importanti aspetti della vita reale, come lo studio, il lavoro ed anche le interazioni tra persone.
Divertirsi e migliorare le proprie capacità allo stesso tempo
Per esempio, in molti giochi multiplayer è richiesto di collaborare, specialmente con persone mai incontrate prima e di nazionalità diversa.
Inoltre è stato osservato un evidente stato di benessere al raggiungimento di un obiettivo o di un traguardo. Completare una specifica missione o portare a termine la storia di un videogioco è un qualcosa che sa dare una sensazione di felicità non da poco.
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E persino gli anziani che videogiocano possono godere di tutti questi effetti positivi, con la loro mente che diventa più elastica e meglio capace di contrastare i deficit dovuti all’invecchiamento, tra i quali i problemi di memoria e di attenzione.
La percezione migliora sotto tutti i punti di vista, e ne parlò a suo tempo anche Piero Angela in una puntata di “SuperQuark”. A qualsiasi età quindi prendete un pad e divertitevi, sia da soli che in compagnia.