Cosa è emerso di così sorprendente da uno studio sulla epilessia condotto su diversi soggetti. I ricercatori sono strabiliati.
Uno studio sulla epilessia potrebbe aprire dei nuovi scenari in merito alla cura di questa malattia. Alcuni ricercatori hanno osservato gli effetti che un genere di musica ben specifico riesce ad avere su persone che sono affette da questa condizione. E ci sono tutti i presupposti per adattare quanto emerso in ambito clinico.
Più di uno studio sulla epilessia avvenuto nel corso degli anni è riuscito a fornire dei dettagli inediti che riguardano una delle malattie più subdole che ci siano. L’epilessia è una malattia di tipo neurologico che si contraddistingue da dei comportamenti non controllabili. Comportanti anche del tutto involontari, di natura somatica ma anche muscolare, con spasmi e contrazioni.
Tutto ciò è da collegare a delle scariche neuronali cerebrali che non possono in alcun modo essere previste. Ora questo studio che porta la firma di alcuni ricercatori della Dartmouth College, negli Stati Uniti, ha mostrato quelli che sono gli indiscutibili benefici che dei soggetti epilettici possono trarre da una specifica situazione.
Studio sulla epilessia, la conferma: “Questa musica fa bene”
In base a quanto è stato osservato su di un gruppo di sedici volontari affetti da epilessia e che non riuscivano a fornire risposte sufficienti in seguito a quelli che sono i normali percorsi di cura messi in atto, è venuta fuori una cosa alquanto particolare. Ed anche decisamente piacevole da constatare.
E cioè che la musica classica finisce con l’aiutare non di poco le persone epilettiche a calmarsi. La attività neuronale alla quale vanno condotti gli attacchi epilettici è risultata abbassarsi di molto. Questo è successo durante i periodi nei quali a tali soggetti veniva fatta ascoltare la Sonata per due pianoforti in re maggiore di Mozart.
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Anche solo trenta secondi di esposizione di questa sublime opera di musica classica ha fornito un aiuto enorme nel tenere alla larga l’epilessia, almeno per quel frangente di tempo. L’esperimento ha visto la esposizione dei soggetti in questione anche ad altri generi di musica. Ma solo quella classica è riuscita a fornire dei risultati ritenuti eccezionali.
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Perché proprio la musica classica?
Come si spiega quanto osservato? La risposta ritenuta più plausibile potrebbe risiedere nel fatto che la musica classica sa essere sorprendente, con alcuni passaggi di un brano che riescono a suscitare sorpresa ed a distogliere l’attenzione da ciò che sta capitando.
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In questo modo il cervello che è soggetto a delle crisi epilettiche verrebbe in qualche modo distratto, tendendo ad uno strato di rilassamento. E la più immediata conseguenza di ciò sarebbe uno stato di calma nei soggetti colpiti da epilessia.
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