A cosa e dovuta la cleptomania, cos’è e cosa si nasconde dietro a questo disturbo. Cosa vuol dire quando una persona ruba in modo compulsivo.
Cleptomania, cos’è? Si tratta di un disturbo vero e proprio che è manifestazione diretta di disguidi a livello nervoso. Per un fenomeno che suscita da sempre molto interesse in ambito di ricerca. Ai più sarà noto che parliamo di un irrefrenabile impulso a rubare, a prescindere da cosa sia l’oggetto scelto.
Questa cosa può anche facilmente rovinare delle vite. Pensate ad un professionista affetto da questo disturbo patologico. Una volta scoperto a taccheggiare ci saranno delle inevitabili conseguenze penali che potrebbero gravare sulla sua carriera. Occorre capirne di più su tale condizione: cos’è la cleptomania e come la si può affrontare?
Il fatto che la stessa presupponga il furto anche di oggetti di scarso od addirittura di nullo valore è fortemente indicativo. Si ruba non per soddisfare un bisogno urgente ed immediato in termini materiali, come può esserlo il bere od il mangiare.
Che cos’è la cleptomania e come si riconosce
Anzi, molto volte ciò che il ladro improvvisato ruberà verrà addirittura buttato via. L’importante sarà l’avere soddisfatto quel suo bisogno di agire in tale modo. Secondo i ricercatori che hanno analizzato a fondo il comportamento di individui cleptomani, la spinta propulsiva al furto arriverà da un desiderio irrefrenabile di possedere l’oggetto o gli oggetti presi di mira.
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In base a quanto descritto dallo statunitense Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, la cleptomania si caratterizza per i seguenti sintomi:
- impulso irrefrenabile ed incontrollabile di rubare;
- stato d’animo fortemente animoso prima del furto;
- sensazione di piacere intenso una volta in azione;
- furto che avviene non per motivazioni nocive come rabbia o dalla volontà di procurare danno;
- furto che non avviene per il valore economico e di uso attribuito alla merce rubata.
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Le possibili spiegazioni per la psicologia
Le cause di origine della cleptomania non sono note, ma diversi studi di psicologia cognitiva e comportamentale in particolare propendono per la ipotesi che vuole questo impulso fare da rimpiazzo a quello dei rapporti carnali. I soggetti affetti da tale condizione sembrano infatti provare la stessa forma di piacere, a livello emotivo.
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Per altri studi invece la spiegazione andrebbe ricercata in un atteggiamento di “autopunizione“. Come se fosse una forma per punire sé stessi.
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