Quando si parla di mutazioni genetiche si tende a pensare al peggio, invece ognuno di noi può presentarne anche più di una.
Mutazioni genetiche, una locuzione che spaventa i più al solo sentirla. Queste parole rievocano sinistri pensieri, legati magari ad avvenimenti nefasti come ad esempio il famoso incidente nucleare di Černobyl. Negli ultimi anni poi questa cosa ha fatto da tema portante per molte serie tv, film e videogiochi.
Le mutazioni genetiche sono anche specchio di un qualcosa che non va nella scienza. Ma non solo: in realtà possono rappresentare anche il naturale decorso dell’evoluzione di una specie. Forse non ci crederete, ma questa cosa è avvenuta proprio all’uomo.
E noi stessi presentiamo dei tratti che sono da ricondurre a delle mutazioni genetiche. Se non ci credete basterà fare qualche esempio per farvi capire come questa condizione sia estremamente frequente e diffusa in tutto il mondo e da millenni.
Mutazioni genetiche, le più diffuse in tutto il mondo
Gli occhi azzurri sono un esempio di mutazione dei geni, che sarebbe sorta nel 5mila avanti Cristo in Europa, dove la popolazione umana risultava più presente che sulle altre zone della Terra. La particolare conformazione cromatica dell’iride è da collegare al gene chiamato HERC2, che a sua volta modifica il gene OCA2. Quando quest’ultimo viene fermato, ecco che sorgono gli occhi azzurri.
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Un’altra condizione nota di mutazione è quella che riguarda i capelli rossi. Ne è responsabile il gene MC1R e pare proprio che la cosa sia più marcata in aree geografiche dove la luce solare risulta essere meno intensa e dove le usanze locali hanno portato le popolazioni del posto a restare sostanzialmente isolate.
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La tolleranza al lattosio: deriverebbe dalla abitudine, risalente all’ottomila avanti Cristo, di bere il latte del primo bestiame sottoposto ad allevamento. Gli adulti umani hanno iniziato a bere latte da allora e nel corso del tempo il fisico dei discendenti si è adeguato a questa nuova abitudine alimentare.
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Alcune mutazioni sono positive
C’è poi la cosiddetta Sindrome del rossore asiatico, che colpisce più di un terzo della popolazione delle aree nordorientali di quel Continente. Si tratta di una evidente manifestazione fisica che porta alla comparsa di rossori intensi della pelle di viso e collo in caso di assunzione di particolari sostanze, come gli alcolici.
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E poi c’è l’assenza di denti del giudizio, che era più utile quando l’uomo primitivo doveva masticare la carne appena ricavata dalla caccia. In tempi moderni però si registra la tendenza da parte degli stessi denti del giudizio a non spuntare, in quanto non più utili dopo il miglioramento delle abitudini alimentari e dopo che masticare è diventato più facile.