Ogni giorno si conoscono persone nuove e bisogna fare attenzione a questo retroscena inaspettato quando incontri qualcuno. Quale?
La regola è che la prima impressione è quella che conta, o almeno è quella che resta impressa nella menta nelle persone. Questo perché il cervello reagisce in un determinato modo e grazie ad un recente studio, si è arrivato ad una risposta concreta. Un concetto semplice ma allo stesso tempo complesso.
La ricerca è stata fatta da alcuni studiosi americani dell’Università di Harvard , i quali sono riusciti ad individuare specifici circuiti cerebrali che sono collegati alla prima impressione. Questi circuiti fanno sì che una persona sembri simpatica o antipatica e influenza di conseguenza il modo in cui ci si relaziona con quella persona.
La prima impressione: il retroscena inaspettato quando incontri qualcuno
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Quando si incontra una persona sconosciuta, il cervello percepisce dei segnali insoliti, complessi, ambigui e involontari che fanno sì che condizionino l’andamento della conversazione e del rapporto con suddetta persona. Questi sono frutto delle esperienze passate personali, dei gusti e questi impulsi fanno capire se una persona piace o meno al primo incontro.
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Le cosiddette impressioni “a pelle”, che sono molto rapide e che la mente elabora in pochissimo tempo. La ricerca americana ha studiato l’attività cerebrale basandosi su questi fatidici primi incontri attraverso un gruppo di volontari di 20 individui. Ai soggetti veniva mostrata la foto di ognuno e con la risonanza magnetica si sono registrati i risultati dell’attività cerebrale.
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Un’attività significativa è stata rilevata principalmente in due zone del cervello, la prima nell’amigdala, la quale è coinvolta nelle relazioni sociali basate sulla fiducia. Mentre l’altra nella corteccia cingolata, la quale ha il compito delle decisioni economiche, di valore. Quando ci si trova davanti ad uno sconosciuto, quindi, queste aree del cervello si attivano e inviano i segnali, decidendo se quella persona va bene o meno.