Sono diverse le cose che cambiano per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza 2023. Cosa sta succedendo e quali sono le notizie dell’ultima ora.
Reddito di cittadinanza 2023, si va incontro a delle modifiche di non poco conto. È ben nota l’avversione da parte del Governo Meloni nei confronti di questo provvedimento che era stato introdotto a suo tempo nella primavera del 2019 dal Movimenti Cinque Stelle e dalla Lega, sotto il primo esecutivo Conte.
Con la Legge di Bilancio appena confermata entrano in vigore le variazioni che riguardano il Reddito di cittadinanza 2023. Che sulle prime si temeva potesse essere addirittura cancellato. Ma essendo una misura dal peso specifico importante, sarebbe stato impensabile eliminarla tutta d’un tratto dall’oggi al domani.
Invece si procederà a delle variazioni per grado, che comunque finiranno con l’avere delle conseguenze per chi percepisce il Reddito di cittadinanza nel 2023. O la Pensione di cittadinanza. Sono diversi gli emendamenti presentati ed approvati e che stabiliscono come avranno luogo dei cambiamenti non da poco.
Reddito di cittadinanza 2023, requisiti e cosa cambia
Un primo intervento avverrà sul periodo che riguarda gli occupabili per il 2023, che passa da 8 mesi a 7. Per un risparmio totale di 200 milioni di euro e che consente di avere così dei fondi di circa un miliardo di euro per il Reddito.
Viene confermato poi il Reddito alimentare, una misura tutta nuova e della quale il PD in particolare si è fatto promotore, che consiste nel recuperare la merce invenduta nella grande distribuzione (supermercati, discount e negozi di alimentari) per ridistribuirla alle famiglie in condizioni di povertà assoluta.
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Il Reddito alimentare potrà contare su un milione e mezzo di euro nel 2023 e su due milioni nel 2024 ed all’inizio partirà sotto forma di sperimentazione. Cambia poi la cosiddetta “offerta congrua”. Per non perdere il beneficio legato al RdC, bisognava che il posto di lavoro proposto al percettore fosse incluso in un raggio di 80 km percorribili entro cento minuti con i mezzi pubblici e che la paga minima fosse di poco più di 850 euro.
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Ci vorrà un titolo di studio adeguato per i giovani percettori
Ora non verranno più considerate le competenze maturate, come neppure distanza e tempi di spostamento per arrivare al luogo di lavoro. Rifiutare una offerta congrua pervenuta da un Centro per il lavoro o da un datore di lavoro che formula la propria proposta in maniera privata porta alla perdita della titolarità del Reddito di Cittadinanza. Ci sarà una sola offerta congrua.
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Ed ancora, il Ministero dell’Istruzione ha voluto fortemente condizionare la compatibilità al Reddito di Cittadinanza con il proprio livello di istruzione. Per i giovani di età che va dai 18 ai 29 anni e che non hanno concluso la scuola dell’obbligo, e che risultino beneficiari della misura, si rende ora necessario mettersi in regola con gli studi o con il frequentare degli appositi percorsi formativi, e completare così un percorso scolastico minimo.
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Infine, i soldi che vengono utilizzati dai beneficiari per pagare un affitto verranno corrisposti direttamente all’affittuario stesso dall’INPS. Sarà il titolare del RdC a dovere comunicare i dati relativi e seguendo le future indicazioni che verranno rese note da parte del Ministero del Lavoro.