Se soffri di pressione alta, forse ti sarai chiesto molte volte a che ora è meglio prendere il medicinale, ecco dunque svelati tutti i dubbi da chi se ne intende.
Chi soffre di pressione alta può tenerla sotto controllo assumendo la cosiddetta “pastiglia per la pressione”, in grado di farla abbassare. Tra i farmaci più famosi vi sono i beta bloccanti, i sartani, i calcio-antagonisti oppure gli ACE-inibitori.
Di solito se il medico prescrive una pastiglia particolare bisogna limitarsi a prendere sempre la stessa tenendo sotto controllo la pressione con misurazioni periodiche. Ma a che ora è meglio prendere il medicinale? Rispondono gli esperti.
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Quando si parla di “pressione alta”, ci si riferisce a una condizione per cui i valori della pressione risultano essere elevati rispetto i normali parametri definiti dalla comunità scientifica. Ciò avviene quando il cuore pompa con forza il sangue all’interno dei vasi, a causa di determinate condizioni quali eccessivi sforzi o stress.
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Una condizione che può influire sulla comparsa di malattie cardiocircolatorie anche gravi. E che a quanto pare non si tratta di un problema limitato: ne soffre circa il 30-35% della popolazione generale, e almeno il 50-60% se si prendono in considerazione le persone oltre i 60 anni. Nel caso in cui l’attività fisica o un cambiamento nello stile di vita non desse i risultati sperati, è consigliato iniziare una cura con degli antipertensivi che aiutano a ridurre la pressione sanguigna.
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E se più volte ti sei chiesto a che ora è meglio prendere la pastiglia della pressione ma non hai trovato una risposta esaustiva, forse è perché la risposta non c’è. La pastiglia la puoi infatti prendere a qualsiasi ora del giorno; l’importante è che non ti dimentichi di farlo.
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I risultati provengono dallo studio TIME presentato al congresso dell’European Society of Cardiology. L’indagine è stata fatta in Inghilterra prendendo in esame oltre 21 mila ipertesi con un’età media di 65 anni, che sono stati seguiti per 5 anni. Con questa analisi si è voluto verificare se l’assunzione serale dei farmaci antipertensivi migliorasse in qualche modo le condizioni cardiovascolari più serie rispetto all’assunzione mattutina. Dalle analisi è emerso che le percentuali di infarti, ictus e decessi per patologie vascolari sono bene o male simili sia che si assuma il farmaco la sera o la mattina.
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Dunque, finalmente possiamo dirsi conclusa la diatriba che per molti anni ha visto sfidare tra loro i cardiologi, perché la soluzione è evidente: l’orario di assunzione è irrilevante.