Il timore di molti percettori di Reddito di cittadinanza è che il Governo Meloni possa abolirlo in tempi brevi. Che cosa succederà nel 2023, la conferma dal Ministero del Lavoro.
Il Reddito di cittadinanza è una misura ampiamente invisa al nuovo Governo Meloni. Dal 2019 il sussidio fornisce sostegno mensile a quelle famiglie con entrate basse, allo scopo di indirizzare poi il beneficiario ad entrare nel mondo del lavoro. Il problema è che la mancanza o la inadeguatezza di controlli hanno dato adito ad episodi clamorosi, ovviamente in negativo.
In molte occasioni è capitato di assistere a casi di malavitosi che, persino in carcere, percepivano il Reddito di cittadinanza. Oppure a trarne beneficio erano (e sono a tutt’oggi coloro non ancora scoperti dalla Legge) individui che lavorano in nero e che ricorrono ad espedienti pur di ricevere la copertura di un provvedimento che, se funzionasse, sarebbe davvero di grande aiuto per chi cerca di realizzarsi.
Infatti ci sono per fortuna tante altre persone per le quali il Reddito di cittadinanza è importante. E che hanno trovato un lavoro onesto in seguito alla applicazione di quest’ultimo. Proprio dal Governo ora arriva un aggiornamento fondamentale che riguarda questa misura.
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Il nuovo sottosegretario al Ministero del Lavoro, il leghista Claudio Durigon, nel corso di una intervista rilasciata a Radio 24, ha affermato che il Reddito (come anche la Pensione di cittadinanza, n.d.r.) non cesserà di esistere nel 2022. Anche nel corso del 2023 insomma ci sarà questo sussidio, e per lo meno nell’immediato non è in programma alcuna abolizione da parte del Governo Meloni.
Semmai verranno fatte delle opportune valutazioni sulla sua validità. Se dovessero emergere delle incongruità e se le storture ad oggi rilevate non dovessero essere corrette, si penserà con tutta probabilità di rimpiazzare il Reddito con un’altra forma di aiuto. Come ad esempio il Reddito di sussistenza.
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Ad ogni modo un piano definito per rimpiazzare il Reddito non esiste. C’è bisogno di tempo per trovare un piano alternativo e qualsiasi discorso legato a cosa potrebbe fare seguito al provvedimento già esistente resta per ora sulla carta, con diversi altri aspetti che andranno eventualmente delineati.
Sarebbe invece intenzione dell’Esecutivo inasprire certi aspetti, come introdurre la decadenza della misura a chi rifiuterà un lavoro proposto già dopo la prima volta. Una cosa che ad oggi avviene solamente dopo 18 mesi di fruizione. Inoltre dovrebbero essere inasprite anche la tracciatura delle offerte di lavoro ed i controlli per capire effettivamente se un individuo sia compatibile o no con la copertura prevista.