È ancora un’incognita la gestione dei termosifoni, perché con i prezzi alle stelle e le restrizioni è davvero difficile capire come muoversi, ma ora possiamo finalmente sapere in quali orari accendere i termosifoni.
Quest’anno l’accensione dei termosifoni non sarà più a metà ottobre come di consueto per i motivi che ormai tutti conosciamo. Per mesi abbiamo brancolato nel buio alla ricerca di informazioni dettagliate sull’accensione dei riscaldamenti e sugli orari concessi giornalmente ma le informazioni erano molte e spesso contrastanti.
Ora però le direttive sono ben più chiare e abbiamo finalmente una risposta a questa domanda che da tempo ci assilla: quando possiamo accendere i termosifoni?
GLI ARTICOLI PIÙ LETTI DI OGGI:
Reddito di Cittadinanza: dopo Natale cambierà tutto, cosa accadrà
2 ore al giorno al cellulare causano un tumore ad un uomo: chiesto un risarcimento
Non è re Carlo a “portare i pantaloni” a palazzo: è lei quella che comanda
In realtà la risposta non è così semplice perché varia molto anche in base alle zone climatiche, che nel nostro Paese sono sei. Queste aree sono state stabilite a seconda della suddivisione del territorio e delle temperature medie che qui vi sono presenti. La legge che decreta l’orario, il periodo e le date per l’accensione è la n.10 del 1991, mentre il decreto del Presidente della Repubblica è il n. 412 del 1993.
Dunque, oltre al piano nazionale che è stato stabilito per limitare i consumi di gas e che prevede la riduzione della temperatura massima di 1 grado, l’orario di accensione ridotto di 1 ora al giorno e il posticipo di 15 giorni per l’accensione, i cittadini si comporteranno diversamente a seconda delle zone.
Partendo dalla zona più fredda, ossia la zona F che comprende le Alpi e quindi anche le zone di Como, Trento e Belluno, non ci saranno limitazioni per orario e periodo. Nella zona E, che comprende Alessandria, Bergamo, Asti, Brescia, Como, Biella, Lodi, Lecco, Aosta, Novara, Milano, Pavia, Sondrio, Bologna, Padova, Torino, Treviso, Trieste, Vercelli, Varese, Modena, Verbania, Cremona, Piacenza, Pordenone, Reggio Emilia, Ravenna, Ferrara, Treviso, Venezia, Bolzano, Arezzo, Campobasso, Potenza, L’Aquila, Enna, Parma, Verona, Udine, Rovigo, Rimini, Frosinone, Gorizia, Rieti e Perugia, è dal 22 ottobre che i termosifoni possono essere accesi, e saranno spenti il 7 aprile per 13 ore al giorno al massimo.
Segui i nostri video e le nostre storie su Instagram
La zona D interessa le province di Ascoli Piceno, Avellino, Ancona, Chieti, Firenze, Forlì, Caltanissetta, Grosseto, Genova, Lucca, Livorno e Isernia, oltre a Macerata, Foggia, Nuoro, Matera, Massa Carrara, Pisa, Pesaro, Prato, Pistoia, Roma, Pescara, Siena, Teramo, Terni, Viterbo e Vibo Valentia, e qui la data di accensione è stata ieri fino al 7 aprile per 11 ore circa al giorno. La zona C invece include l’area adriatica e le province di Benevento, Bari, Cagliari, Brindisi, Catanzaro, Caserta, Imperia, Cosenza, Lecce, Latina, Oristano, Napoli, Sassari, Salerno, Ragusa e Taranto. Qui l’accensione sarà il 22 novembre fino al 23 marzo per 9 ore giornaliere.
Nella zona B, ossia le province di Catania, Messina, Agrigento, Palermo, Crotone, Siracusa, Reggio Calabria e Trapani, i termosifoni centralizzati saranno accesi l’8 dicembre e si spegneranno il 23 marzo per 7 ore giornaliere. Infine, nella zona A, che comprende le zone più calde del Paese quali Lampedusa, le isole di Linosa e Porto Empedocle, il riscaldamento si potrà accendere l’8 dicembre fino al 7 marzo per 5 ore al giorno. Per tutte le zone, tranne la F, l’accensione è consentita dalle 5 alle 23, ma sempre rispettando il limite massimo dell’orario consentito. Tutte le istituzioni quali ricoveri, ospedali e case di cura, ma anche asili, scuole, saune, piscine e attività artigianali e industriali sono escluse da queste direttive.