Quando andiamo a fare la spesa al supermercato, dobbiamo controllare cosa c’è scritto sull’etichetta di un prodotto: ecco perché.
Di solito, ci rechiamo al supermercato con in mente una lista dei prodotti da acquistare. Tuttavia, il nostro sguardo volge spesso verso prodotti che magari non avevamo intenzione di prendere, a causa del prezzo ribassato. Ma, oltre alle offerte, e ce ne sono tantissime, occorre sempre fare attenzione alle date di scadenza, per questo bisogna leggere bene le etichette.
Le aziende sono obbligate a fornire informazioni specifiche per ogni prodotto commerciato. Sull’etichetta di qualsiasi prodotto devono essere riportati gli ingredienti, il luogo di produzione e, ovviamente, la data di scadenza. È opportuno, poi, una volta acquistato il prodotto alimentare, seguire le indicazioni fornite. Tuttavia, alcune prodotti non presentano una data di scadenza. Come mai?
I prodotti che sull’etichetta non presentano la data di scadenza
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A contare, quando si fa la spesa, ci sono tre fattori determinanti: la qualità, il prezzo e la data di scadenza. Solitamente, i prodotti che non recano alcuna data di scadenza sull’etichetta, godono di una breve conservazione, perciò non possono essere consumati a distanza di molto tempo.
Per evitare sprechi, sia di cibo che di soldi, non serve gettare via questi prodotti privi di data di scadenza. Bisogna considerare che le aziende sono sempre costrette ad essere trasparenti nei confronti del consumatore, per evitare problemi legali. Perciò, se un cibo non presenta la data di scadenza, lo si può conservare per poco tempo. Il tempo varia in base alle modalità di conservazione in casa.
Inoltre, quando un prodotto presenta la scritta “Da consumare preferibilmente entro”, si invita il consumatore a non gettarlo via una volta scaduto, ma si può consumare anche qualche giorno dopo. Insomma, le tempistiche sono più tollerabili. Di solito, questa scritta compare sui cibi in scatola, come pasta, legumi, cereali, zucchero, sale, oppure sugli alimenti surgelati.
Secondo le stime, circa l’8% della spesa di una famiglia finisce nella spazzatura. Questo, per via di una data di scadenza non indicata sull’etichetta e di una scorretta modalità di conservazione. Se la data non è indicata, non significa che i il cibo non sia più commestibile dopo qualche giorno.
Ma quando un prodotto non ha l’obbligo di indicare la sua data della scadenza? Negli alimenti freschi, come carne, frutta e verdure, dove a decidere se sono ancora commestibili oppure se sono andati a male sono i nostri sensi: olfatto, vista, gusto. Insomma, lo capiamo da soli se un cibo è marcito, se puzza o se ha un sapore strano. Per questo, le aziende non applicano la data di scadenza, lasciando decidere al consumatore stesso i termini di “andata a male”.