Un numero crescente di ricerche suggerisce che è una buona idea sincronizzare gli orari dei pasti con i nostri orologi biologici interni.
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Quando si parla di alimentazione sana, quello che si mangia è importante. Ma anche quando si mangia potrebbe essere importante.
Per decenni i ricercatori hanno osservato alcune associazioni tra i tempi dei pasti e le conseguenze sulla salute. In particolare, i pasti consumati abitualmente più tardi sembrano essere problematici. Le persone che consumano i pasti a tarda sera – ad esempio, entro due ore dal momento in cui vanno a letto – potrebbero essere più inclini al sovrappeso e i lavoratori che fanno i turni di notte hanno un rischio più elevato di sviluppare il diabete di tipo 2.
Cenare troppo tardi: gli effetti negativi sul nostro corpo
La ricerca suggerisce che il nostro corpo preferisce elaborare i nutrienti durante il giorno. I nostri ritmi circadiani, i cicli interni che aiutano a regolare quando dormiamo e quando siamo svegli, influenzano una serie di sistemi biologici.
I geni che producono le proteine necessarie, ad esempio, per il funzionamento dei muscoli, potrebbero essere più o meno attivi a seconda dell’ora del giorno, spiega Jun. Allo stesso modo, potrebbe esserci una relazione simile tra il consumo di cibo e il momento in cui l’organismo è più efficiente nello scomporlo.
I ricercatori non sono del tutto sicuri del motivo per cui alcune attività corporee funzionino meglio durante il giorno o la notte, ma una ricerca sui roditori suggerisce che la parte “sonno” dei cicli circadiani consenta alle cellule di ripararsi. Le cellule usano questo tempo per fare le pulizie, per così dire. È possibile che mangiare troppo vicino a questo periodo di riposo e rilassamento costringa le cellule a ritardare l’auto-riparazione a favore dei processi digestivi, un ritardo che, se si verifica troppo spesso, potrebbe iniziare a causare danni.
La regolazione degli zuccheri nel sangue è un altro esempio che potrebbe illustrare questa teoria. Alcuni studi hanno riscontrato che cenare a tarda sera – o addirittura mangiare a orari invertiti, come farebbe un lavoratore del turno di notte – tende a innalzare i livelli di zucchero nel sangue più di quanto non facciano i pasti standard. Si tratta di uno schema basato sull’ora del pasto e indipendente dal tipo di cibo consumato.
Alcuni ricercatori ipotizzano che la melatonina – l’ormone del sonno che ha un picco durante la notte – possa riparare i macchinari che aiutano lo zucchero a entrare nelle nostre cellule. È possibile che, mangiando a ridosso dell’ora di andare a letto, il corpo entri in modalità di riparazione e allo stesso tempo elabori in modo inefficiente l’afflusso di zuccheri. In altre parole, è un po’ come cercare di assemblare un’auto mentre si costruisce la fabbrica. L’influenza della melatonina su questo singolo processo metabolico è per ora solo una teoria, ma potrebbe aprire la strada a ricerche future, dice Jun.
Una misura personale
È inoltre sempre più evidente che, se i ritmi circadiani di ognuno sono diversi, anche le risposte individuali agli orari dei pasti potrebbero variare. Nella ricerca di Jun, lui e il suo team hanno chiesto ai partecipanti allo studio di mantenere i loro orari di sonno regolari mentre mangiavano una cena presto, alle 18 o alle 22.
Hanno scoperto che le persone che cenavano tardi e andavano a letto subito dopo avevano livelli di zucchero nel sangue più alti. Il risultato suggerisce che orari arbitrari per i pasti, come dire niente cena dopo le 22, non sono adatti a tutti e potrebbero non avere molta influenza sulla salute generale di una persona. “Questo suggerisce l’idea che i ritmi circadiani sono diversi e che potrebbe essere necessario misurare i ritmi circadiani delle persone per adattare la loro dieta”, dice Jun, ed è un concetto che il suo laboratorio intende approfondire.
Man mano che la connessione tra i tempi alimentari e la salute viene esaminata con maggiore attenzione, è possibile che i ricercatori scoprano altre limitazioni. Ad esempio, una moda per la perdita di peso chiamata alimentazione a tempo limitato, o digiuno intermittente, chiede a chi è a dieta di consumare tutte le calorie in una breve finestra durante il giorno.
L’idea alla base di questo approccio è che meno tempo il corpo passa a metabolizzare il cibo, meglio è per il girovita. Ma una nuova ricerca ha scoperto che questa tattica non è più efficace di altri interventi per la perdita di peso.
Anche se molti fattori legati allo stile di vita, come il lavoro notturno, comportano dei rischi, gli esperti affermano che ci sono altri fattori che probabilmente giocano un ruolo maggiore nello sviluppo o meno del diabete o di altri problemi di salute. Gran parte delle previsioni riproducibili del rischio sono portate da alcune balene e da alcuni pesciolini che nuotano in giro. Per quanto riguarda il diabete, le spie sono l’età e il peso, fattori che rappresentano circa il 70% del rischio di sviluppare la malattia.