Chi soffre di diabete può mangiare i latticini? Ecco cosa dicono gli esperti su quello che è un dubbio assolutamente legittimo
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Il tipo di diabete più diffuso è il cosiddetto diabete del secondo tipo. In cosa consiste? Questo tipo di diabete indica una disfunzione del pancreas che non produce abbastanza insulina, l’ormone che abbatte il glucosio presente nel sangue. Di conseguenza, i livelli di glucosio tendereanno ad essere molto alti. Tra i fattori di rischio del diabete, c’è sicuramente una parte genetica, ma non manca una responsabilità da attribuire al tipo di vita che si conduce. Una vita sedentaria, ricca di eccessi e vizi può predisporci enormemente a sviluppare la malattia.
Il diabete di primo tipo invece prevede una totale assenza di insulina. E’ una patologia piuttosto rara che prevede, come cura, iniezioni esterne di insulina. Solitamente si sviluppa in età giovanile o adulta, comunque prima dei quarant’anni.
Chi soffre di diabete può mangiare i latticini o è meglio evitare?
Il diabete ci impone di star attenti in particolar modo alla nostra dieta, che deve sempre tenere in conto del glucosio presente nel sangue. Tra le cose più difficili per coloro che soffrono di diabete, c’è quella di sapere con certezza cosa mangiare e cosa invece è bene evitare. A proposito di questo, c’è una grande quantità di false notizie, che possono risultare, in qualche caso, persino pericolose. Immaginiamo di dire che infatti può essere consumato un alimento che invece andrebbe evitato in maniera accurata. In caso contrario, imporremmo invece un’inutile privazione.
Tra gli alimenti che creano di base più confusione, ci sono i latticini e i derivati del latte, come lo yogurt. Si può davvero mangiare questo tipo di alimento? La risposta non può esser data in linea generale: bisogna tener conto di quel che si è mangiato prima. Infatti, in questo quadro dobbiamo considerare che i latticini hanno più calorie e più zuccheri rispetto a quello che può essere, per esempio un alimento proteico.
Addirittura il consumo di latticinini in quantità moderate come abbiamo spiegato riduce il rischio di circa il cinque percento. Mentre il consumo di latte, sempre in quantità dosate, arriva fino al dieci.