Non potrai fare come vuoi con il riscaldamento: il nuovo decreto cambia tutto. Ma è tutto necessario per la situazione che stiamo vivendo
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La crisi che dilaga è un segno dei tempi che corrono. Il caro prezzi colpisce in particolar modo due aspetti della vita, a noi cari; il primo tra questi è sicuramente la spesa, che si fa particolarmente cara. Rischia di diventare, per quanto sia assurdo, un lusso per pochi. Gli italiani, così come fanno registrare i consumi nell’ultimo periodo, comprano meno e di qualità più bassa. Impazzano le spese nel discount, dove i prezzi, seppur aumentati, sono comunque più contenuti.
Un altro cambiamento sensibile per quanto riguarda la spesa è la scomparsa delle offerte. Infatti, sempre più supermercati non possono mettere offerte, essendo anche i prezzi d’acquisto per i fornitori molto alti. In più aumentano pericolosi fenomeni come la shrinkflation, ossia pagare lo stesso prezzo per porzioni di prodotto più piccole. Spesso questo viene fatto in maniera discreta, in modo che il consumatore non se ne accorga.
Il secondo aumento che ci fa decisamente temere è quello che riguarda il gas e l’energia. Quello che si avvicina a grandi passi si prospetta come un inverno molto freddo; non per le temperature basse ma per il costo esorbitante che avrà accendere un termosifone. A cercare di porre un argine al dilagante disastro la firma di Roberto cingolani, ministro della transizione ecologica.
Il ministro ha infatti firmato un decreto che limita in diversi modi l’esercizio dei riscaldamenti, eccezion fatta per ospedali e asili. Oltre ad abbassare la temperatura di un grado, la stagione viene accorciata di quindici giorni. Il risparmio calcolato vale il gioco: quasi tre milardi cubi di gas. E cosa vuol dire per le famiglie italiane? Questo si tradurrà in un risparmio di quasi duecento euro.
A questo decreto si aggiunge una piccola clausola che da’ carta bianca ai comuni in caso di situazione climatiche avverse. A queste decisioni, però, si accosta la difficoltà di effettuare i controlli: la paura che si ha è che la mancanza di controllo possa inficiare il piano approvato da Cingolani.
Ovviamente, a questa decisione, deve quindi affiancarsi un senso di discrezione civile.