Reddito di cittadinanza: ipotesi di eliminarlo molto concreta, cosa dobbiamo aspettarci. Ecco come cambiano le carte in tavola
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Le elezioni del 25 settembre hanno portato al governo un potere di destra che ad oggi deciderà le sorti del paese. Era da tanto che l’italia non aveva un governo con questo orientamento e tutti si chiedono quali sono le misure che la neo-premier attuerà. In particolar modo, c’è attesa per una delle misure che al paese è stata, negli ultimi anni, tanto cara: il reddito di cittadinanza.
Da tempo infatti la misura, attuata dal movimento cinque stelle qualche anno fa, era nell’occhio del ciclone. Se da una parte il provvedimento era nato con l’intento di supportare i non occupati tramite il versamento di un assegno mensile, è anche vero che dall’altra sembrava fosse divenuto un modo come un altro per non lavorare. Più volte si è vagliata l’ipotesi di abolirlo.
Reddito di cittadinanza, cambiano decisamente le carte in tavola
Ipotesi che ora, con Giorgia Meloni al governo, sembra non essere mai stata così concreta. Il nuovo governo infatti sostiene l’idea che il reddito di cittadinanza sia diventato un buon motivo per non lavorare e probabilmente sarà abolito già nel 2023, col primo piano di bilancio. I fondi che ad oggi sono destinati a questo uso infatti, attualmente, servono per misure che si sono fatte più urgenti. Per esempio, c’è l’ipotesi di destinare i fondi per stanziare degli aiuti contro il caro energia e l’inflazione che cresce in picchiata.
Ma qual è il destino delle persone inoccupate che fino ad ora hanno percepito il reddito? Quello che prima era definito reddito verrà probabilmente diviso in due parti. Da una parte ancora una misura per tutti coloro che non sono occupabili sul mondo del lavoro e devono essere quindi finanziati dallo stato (con buona probabilità la misura potrebbe cambiare nome, non chiamarsi più reddito), dall’altra coloro che invece possono lavorare che saranno aiutati concretamente ricevendo più proposte ed opportunità, perché possano inserirsi con più effetto e con più facilità nel mondo lavorativo.
Il cambiamento della misura rischia tra l’altro di provocare un dilagante malcontento verso tutti coloro che negli ultimi anni si erano poggiati solo ed esclusivamente a questa misura.