Quel che sta succedendo alla nota azienda Sanpellegrino la dice lunga sul momento di crisi generale vissuto in Italia e non solo.
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La Sanpellegrino ha annunciato nel corso dei giorni scorsi di avere dovuto interrompere la propria produzione di acqua frizzante. E tutto questo per colpa della crisi legata al mercato dell’anidride carbonica, che è diventata un bene molto più raro del solito da reperire.
Da Sanpellegrino era giunta proprio questa spiegazione, unitamente all’aggiunta di un dettaglio ulteriore che si trova alla base di questo andamento negativo. Le aziende produttrici di CO2 preferiscono dare la precedenza ad altri comparti, prima di tutto quelli del settore sanitario e di quello dell’industria pesante.
Questo relega Sanpellegrino ed altri esponenti del mercato dell’acqua frizzante in una posizione molto secondaria. Da qui la scelta da parte dell’azienda lombarda, con base da sempre in provincia di Bergamo, di dovere tagliare dai propri piani la realizzazione di acqua con le bollicine. E tra l’altro si riscontra anche una penuria di container per il trasporto dell’acqua.
Sanpellgrino, il momento è difficile: cosa sta succedendo
Questo ha spinto i vertici dell’azienda a dovere mettere i propri operai in situazione di stato di contratto di solidarietà. È successo alla maggior parte del personale dell’impianto industriale di Ruspino, che conta più di 500 addetti. In 306 si trovano ora sotto contratto di solidarietà per sei mesi. Si tratta di lavoratori impegnati sia nella produzione che nella logistica, mentre vertici dirigenziali, impiegati e manutentori non sono toccati da questa situazione.
I sindacati hanno reso noto poi che l’azienda ha assunto l’impegno di integrare l’indennità dell’INPS, cosa che permetterà ai dipendenti coinvolti di conservare la quasi totalità della loro consueta busta paga. Questa però la dice lunga su quanto sia grave il momento attuale, che per ogni azienda è reso più complicato anche dalla crisi energetica, che per le imprese si trasforma pure in crisi produttiva.
L’aumento delle bollette di luce e gas fa si che siano aumentati i costi per la produzione, al punto che alcuni soggetti hanno preferito una chiusura anche di alcuni giorni piuttosto che continuare il loro ciclo di lavoro difatti in perdita.