Ci sono alcuni tipi di legna e di legname da non bruciare assolutamente nel camino o nella stufa, perché rilasciano sostanze tossiche.
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Ora che siamo entrati nel periodo autunnale e le temperature sono scese improvvisamente, bisogna ricorrere ai riscaldamenti. Nonostante tutte le difficoltà connesse al caro energia e alla crisi del gas, è impossibile restare senza fonti di calore. Proprio per far fronte al caro bollette, molti italiani, per i prossimi mesi, decideranno di scaldare casa con fonti tradizionali.
Significa che tante famiglie, al posto di accendere i termosifoni, sceglieranno riscaldarsi con camini o con stufe a legna. Tuttavia, esistono delle norme che impediscono di bruciare determinato legname, in grado di diffondere sostanze inquinanti in casa e nell’aria. Di quale legna si tratta?
La legna da non bruciare negli impianti termici domestici
Nel camino o nella propria stufa a legna, occorre tener presente la legna da bruciare. Non tutti i materiali sono idonei. Ad esempio, legname di scarto che deriva da demolizioni di ambienti ed edifici, imballaggi, mobili vecchi, compensato, non possono essere arsi in casa. Questi, infatti, contengono vernici che possono liberare sostanze tossiche.
Inoltre, bisogna fare attenzione a non bruciare sostanze artificiali, confezioni in plastica carta e cartone rivestiti da pellicole. Tutti questi materiali provocano la dispersine di sostanze inquinanti che è bene non respirare. Si deve bruciare soltanto legna secca stagionata, che arde facilmente.
Anche il legno umido e non stagionato non si dovrebbe bruciare, questo più che altro perché è difficile da accendere, essendo ancora ricco di umidità. Per legge, bisogna considerare anche le dimensioni dei ciocchi da ardere. Non devono superare i 40 cm di lunghezza e non devono essere larghi più di 15 cm.
Le regole sono fornite dall’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, la quale ha aggiornato le norme lo scorso agosto. Tra l’altro, in alcune Regioni, come ad esempio in Lombardia, l’ARPA Lombardia ha vietato l’utilizzo di camini e di stufe a legna, se non quelle di ultima generazione. Le norme regolano l’utilizzo di tutte le fonti di riscaldamento a biomassa. Sono esclusi gli impianti con potenza focolare inferiore ai 5 Kilowatt.