Oltre ai prezzi del pellet in salita vertiginosa, si hanno pure una riduzione dell’offerta ed un calo della qualità. Cosa possiamo fare.
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I prezzi del pellet, come praticamente qualsiasi altra cosa, sono aumentati alle stelle. Purtroppo è la conseguenza della crisi energetica, alla quale si ricollega una corrispettiva crisi produttiva, con la conseguenza ultima in ogni campo di vedere rincarata la spesa che tocca a noi consumatori.
Anche i prezzi del pellet non fanno eccezione, con ben il 300% sfiorato – e prossimo ad essere raggiunto – per quanto riguarda l’esborso al sacco, rispetto al 2021. Come se non bastasse, lo scenario di crisi attuale è contraddistinto da una impennata tremenda dei prezzi del pellet e da una diminuzione dell’offerta di circa il 30%.
La disponibilità è calata, anche per via del conflitto in Ucraina. E c’è pure il rischio che quello in circolazione non sia di buona qualità. Per fortuna esiste un metodo per capire se il carico di pellet al quale siamo interessati sia soddisfacente oppure no.
Prezzi del pellet, un esborso per acquistarlo: ed è di buona qualità? Verifichiamolo così
Ma come orientarsi tra le numerose varietà presenti sul mercato? Quali sono i parametri da considerare nella scelta? Come prendere un pellet di buona qualità? In realtà i trucchi da applicare sono più di uno. Un primo può essere attuato dopo il primo utilizzo. Se dovesse essersi formata troppa cenere allora quel pellet non sarà eccezionale.
Oppure possiamo servirci di un bicchiere di acqua fredda all’interno del quale mettere dei pezzetti di pellet. Bisognerà lasciarli così a mollo per circa un minuto o poco più. Nel caso in cui i trucioli dovessero mostrare una consistenza ed anche un colore e dimensioni variate, allora sapremo di che qualità è il nostro combustibile.
Un pellet che resta immutato anche dopo diversi minuti in acqua sarà costituito da molte sostanze chimiche. Se invece tenderà a sfaldarsi allora sarà fatto di componenti bio e naturali. Cosa che si lascia preferire di gran lunga.