Musica contro la demenza: infila le cuffie e premi on. Studi recenti dimostrano tutta l’efficacia di questo metodo apparentemente semplice
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La musica è un’arte. Esiste infatti dalla nascita dell’uomo, e da sempre l’ha accompagnato: la musica accompagna un essere umano da sempre, in tutti i momenti. E’ musica quella che si sente durante le cerimonie religiose, è musica quella che ha accompagnato i rituali, è musica lo scandire di una poesia, o anche un suono così piacevole da divenirlo. Può esserci musicalità in ogni cosa che facciamo.
Essa, inoltre, può diventare uno strumento estremamente versatile e potente: possiamo ballare sulle note sfrenate di una canzone, possiamo usarla per concentrarci o per canticchiare un pochino. Insomma, da sempre questa espressione è stata specchio non solo dell’individuo, ma anche della comunità che l’accoglie.
Pensiamo a come essa sia cambiata nel tempo e per quanto si dica “ai miei tempi sì che era musica”, ogni genere, in quanto veicolo di un gruppo sociale, merita lo stesso rispetto.
Vogliamo però andare oltre. La musica ha un suo potere curativo molto forte e grande. Non si parla solo di cura dell’anima, ma anche di una cura più fisica e reale. Uno studio recente ha dimostrato che la musica può aiutare i pazienti affetti da demenza.
La demenza infatti com’è risaputo altera le principali funzioni cognitive e ostacola lo svolgimento di una vita normale. Eppure lo studio della Musical Bridges to Memory pubblicato sulla rivista Alzheimer Disease and Associated Disorders ha dimostrato che la musica aiuta a costruire ponti veri e propri, come tanto bene sa fare.
I pazienti affetti da disturbi comunicativi infatti riescono comunque a recepire e a creare musica. Di conseguenza, l’espressione – di solito più complessa- viene aiutata e supportata dalla musica, dal canto o dallo strumento musicale. E per instaurare una relazione efficace tra caregiver e paziente la comunicazione è il primo passo.
Inoltre, come se non bastasse, ascoltare la musica attiva aree del cervello e di conseguenza ci aiuta a mantenerci più attivi. Questo vale in special modo per generi specifici, come la musica classica.