Un nuovo metodo per risparmiare energia: la zeolite. Probabilmente non ne hai mai sentito parlare ma vale la pena conoscerla
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I rincari degli ultimi tempi ci stanno facendo girare la testa. Non sappiamo che aspettarci. O meglio, lo sappiamo cosa aspettarci ma speriamo sempre per il meglio ( e facciamo bene); la recente situazione internazionale ha decretato una difficoltà a far fronte alle richieste di energia. Ci siamo sempre basati su un unico fornitore, motivo per cui ora la crisi si presenta ed è così nera.
Ad ottobre per molte famiglie sarà un periodo nero. E’ prevista infatti a fine di quel mese la stangata che arriverà in bolletta riguardante energia e gas. La “botta” era già stata rimandata di due mesi a luglio e pare adesso essere non più rimandabile. E così, gli italiani, si tirano la cinghia come possono: ma che fare, in questi casi? Quello che arriva sarà davvero un inverno gelido?
Gli litaliani vivono il risparmio come possono. Nelle scorse settimane è stato approvato un vero e proprio decreto, il decretoo cingolani, per sensibilizzare l’italia al risparmio. Intanto, vengono approvate tecniche su tecniche per risparmiare persino il centesimo. Negli ultimi tempi si è parlato tanto di cottura passiva della pasta: basterebbe infatti spegnere un po’ prima il fornello e usare l’energia residua, che si conserva fino ad anche dieci minuti. Si possono abbassare le temperature di un grado e avviare gli elettrodomestici a pieno carico ma c’è un nuovo metodo che forse pochi conoscono.
Si tratta dell’uso della zeolite, un minerale dalle molteplici proprietà . Veniva tradizionalmente usata per la decontaminazione dopo la bomba nucleare, perché assorbe le energie radioattive. Ma cosa c’entra una pietra del genere con la cucina e soprattutto con il nostro risparmio?
E’ venuta nel 2017 l’idea ad un chef, Caratossidis. E da allora ha fatto di questa particolarità il segno della sua cucina, fino a fondare un vero e proprio gruppo, lo zeocooking. La prima cosa cucinata dal geniale chef usando un paio di sassolini furono proprio delle uova di quaglia.
E, per quanto il suo utilizzo, non è neppure monouso. Una volta pulito dai residui di cibo, anche per una questione igienica, può essere usato per trent’anni.