Colpita la produzione di olio extravergine d’oliva in Italia: in autunno sempre meno produttori.
A causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento dei prezzi di gas e luce, si stima che in autunno 1 bottiglia su 3 di olio di oliva non sarà prodotta. Tutti i dettagli.
Da un recente report di Coldiretti e Unaprol è emerso un dato piuttosto preoccupante: la diminuzione di produzione di olio d’oliva nostrano. Al centro dei rincari anche moltissime aziende agricole italiane colpite dall’inflazione dovuta al recente conflitto ad est.
Una vera e propria “guerra dell’0lio” la definisce Coldiretti che stima un calo del 30% dal prossimo autunno 2022. La diminuzione della produzione nazionale si deve inoltre ad un altro fenomeno allarmante: il cambiamento climatico.
La siccità sta rendendo sempre più sterili i campi danneggiando le gemme dell’ulivo e la fioritura. Non è stato possibile intervenire con mezzi secondari. Il processo è già in atto.
Non solo luce e gas, i rincari hanno colpito moltissime sfere private e commerciali. Quest’estate ad esempio, abbiamo toccato con mano l’aumento dei prezzi dei mezzi di trasporto o dei ristoranti.
Così come è diventato proibitivo fare il pieno di carburante diesel o benzina. I costi del carburante hanno raggiunto i massimi della storia, rendendo difficoltosi non solo gli spostamenti, ma anche le attività agricole.
Non a caso, molte aziende si sono messe in stato di fermo non potendo sostenere i prezzi per i loro terreni, per le coltivazioni, dell’elettricità e della benzina per i mezzi.
Coldiretti ha stimato questo calo partendo dai dati effettivi della Sicilia, la prima regione in Italia a produrre olio per le sue alte temperature. Passa in rassegna anche: Puglia, Calabria e tutto il sud Italia, la cui produzione di olio extravergine ammonta a circa il 70%.
La diminuzione è già tangibile rispetto al 2021, nei dati dei raccolti e della spremitura delle olive, sempre più scarne. Cambiamenti climatici e inflazione generale stanno mettendo a dura prova moltissime realtà in Italia, come supermercati, discount, aziende agricole, mezzi pubblici e vita di tutti i giorni che diventa sempre più insostenibile.