Bonus 200 euro, grosso problema per chi ha partita Iva

I lavoratori autonomi stanno per andare incontro ad un inconveniente non da poco per quanto riguarda il Bonus 200 euro. La situazione non è per niente rosea.

Un dettaglio di una banconota da 200 euro
Un dettaglio di una banconota da 200 euro (Pixabay)

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Bonus 200 euro, sono tante le categorie di lavoratori e di pensionati che hanno ottenuto questo aiuto importante, capace di irrobustire la loro busta paga oppure il cedolino ricevuto dall’INPS. Permangono però dei dubbi, con alcuni che non hanno ottenuto tale misura e che non sanno se effettivamente saranno in grado di percepirlo.

Coloro che hanno una partita Iva potranno inoltrare entro breve una apposita domanda per il Bonus 200 euro. Si dovrà per forza di cose possedere credenziali di Spid oppure di Carta di Identità Elettronica. E poi aspettare il proprio turno per mandare la richiesta.

Questa attesa per potere avere il Bonus 200 euro è dettata dalla necessità di dover ben gestire i 600 milioni di fondi appositamente stanziati dal Ministero dei riferimento. La stima era per tre milioni di titolari di partite Iva, anche se il numero effettivo si avvicina ai tre milioni e mezzo di aventi diritto. Purtroppo però circa in 400mila verranno esclusi.

Bonus 200 euro, la brutta situazione delle partite Iva

Una persona regge una banconota da 200 euro
Una persona regge una banconota da 200 euro (Pixabay)

Per cui si dovrà fare in modo di accontentare tutti quanti coloro che presenteranno regolare domanda, e non scontentare quindi nessuno. Infatti per chi ha la partita Iva ci sono purtroppo molte uscite extra da tenere in considerazione, come tasse da versare alla propria cassa di riferimento ed anche all’INPS.

I pagamenti di solito cominciano già a luglio, e poi ci sono rate anche pesanti che si dilungano con cadenza praticamente mensile da lì in poi, fino a novembre o dicembre. Alcune categorie ora lamentano anche delle situazioni improvvise e decisamente per nulla piacevoli, come l’aumento delle aliquote di riferimento in alcuni casi.

Cosa che si traduce in un esborso anche di migliaia di euro per titolari di partite Iva che operano in alcuni settori, come per esempio in quello della informazione. Una cosa per niente gradita, specialmente se si considerano tutti gli altri rincari con i quali i cittadini avranno a che fare, tra aumento dei beni di qualunque tipo e delle bollette.

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