Che cosa significa l’indicazione dell’etichetta residuo zero e perché in tanti compiono uno sbaglio nell’equiparare la stessa alle indicazioni di prodotto biologico.
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI DI OGGI:
- Abbassare i costi con il forno: è sufficiente un uso consapevole
- Aceto in lavatrice per lavaggi ecologici: il vostro bucato sarà splendente
- Taglio dell’elettricità, le modalità proposte dall’UE: sarà giornaliero
- Come pulire lo scarico della doccia: i rimedi semplici ed efficaci
Etichetta Residuo Zero, che cosa vuol dire? In molti tendono a confondere questa indicazione con quella che potrebbe informare eventualmente del fatto che il prodotto sulla quale sorge sia biologico. In realtà le due cose sono diverse. Ma il fatto che sia presente una etichetta Residuo Zero è molto importante e senza dubbio positivo.
Infatti questa annotazione informa il consumatore del fatto che l’etichetta Residuo Zero sta a significare che quello specifico prodotto è stato coltivato facendo ricorso a delle modalità ed a delle tecniche di produzione per le quali non è stato impiegato alcun fitofarmaco, oppure l’utilizzo di quest’ultimi risulta essere estremamente ridotto.
Per cui, etichetta Residuo Zero e prodotto bio non sono la stessa cosa. Nella prima situazione abbiamo però una rassicurazione importante circa il fatto che, in quello che stiamo acquistando, non saranno presenti delle tracce di pesticidi o simili. E la misura indicata di zero fitofarmaci è ufficialmente certificata da enti appositamente incaricati.
Etichetta Residuo Zero, che cosa vuol dire
I valori massimi riscontrabili arriveranno a 0,05 milligrammi per chilogrammo. Ma l’obiettivo è fare si anche che eventuali tracce di fitofarmaci non si disperdano nell’ambiente. Lo scopo dell’Unione Europea è quello di ridurre del 50% questa eventualità, che si presenta invece in maniera molto frequente nella coltivazione agricola industriale.
Allo stesso tempo sono tante le dinamiche che devono cambiare anche in altri ambiti, nel tentativo di ridurre l’impatto ambientale. La cosa vale sia per le emissioni dei veicoli che per i consumi in ambito domestico od in quelli industriali.
A questo scopo la Commissione Europea ha fatto sapere, qualche mese fa, che diventerà obbligatorio entro la fine del decennio il doversi munire di pannelli solari. La cosa dovrà riguardare qualsiasi edificio presente nel 2029, sia vecchio che nuovo, oltre che quelli di realizzazione successiva.