Come il cervello reagisce davanti al proprio cibo preferito, lo studio

Come si comporta il cervello difronte al proprio cibo preferito? Uno studio cerca di capire proprio come reagisce e perché avviene.

Uscita in compagnia
Uscita in compagnia (Unsplash)

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Una fetta di pizza appiccicosa, una porzione di patatine fritte, un gelato in una calda giornata estiva, sono solo alcuni dei cibi preferiti dalla maggior parte della popolazione. Secondo un nuovo studio condotto da neuroscienziati del MIT (Massachusetts Institute of Technology), quando si guarda il proprio cibo preferito, una parte specifica della corteccia visiva si accende.

A essere responsabili di tale reazione sono un gruppo di neuroni appena scoperti, i quali rispondono al cibo che si ha davanti. Secondo i ricercatori, questa scoperta inaspettata potrebbe riflettere il particolare significato del cibo nella cultura umana. Il cibo è infatti un elemento centrale nelle interazioni sociali e nelle culture di tutto il mondo e non è solo nutrimento. I risultati dello studio, basati sull’analisi di un ampio database pubblico di risposte del cervello umano a una serie di 10.000 immagini, hanno sollevato molte altre domande su come e perché si sviluppano questi neuroni. Molta è ancora la ricerca da fare.

Il cervello “si accende” alla vista del cibo preferito, ecco perché

risposta del cervello al cibo
Mangiare (Pexels)

Già un precedente studio di 20 anni fa aveva trovato correlazioni alle risposte visive dei volti, scoprendo regioni del cervello che rispondono selettivamente a luoghi, corpi o parole. La maggior parte di queste aree è stata scoperta quando i ricercatori hanno deciso di cercarle in modo specifico. Uno degli obiettivi del nuovo studio, era quello di vedere se si potevano scoprire nuove selettività che in precedenza erano state solo ipotizzate.

Per farlo, i ricercatori hanno applicato un metodo matematico che permette di scoprire popolazioni neurali che non possono essere identificate dai dati fMRI tradizionali. Un’immagine fMRI è composta da molti voxel, unità tridimensionali che rappresentano un cubo di tessuto cerebrale. Ogni voxel contiene centinaia di migliaia di neuroni e, se alcuni di questi neuroni appartengono a popolazioni più piccole che rispondono a un tipo di input visivo, le loro risposte possono essere oscurate da altre popolazioni all’interno dello stesso voxel. Il nuovo metodo analitico, è in grado di individuare le risposte delle popolazioni neurali all’interno di ciascun voxel dei dati fMRI.

Utilizzando questo approccio, i ricercatori hanno trovato cinque popolazioni, dove le prime quattro corrispondono a gruppi precedentemente identificati che rispondono a volti, luoghi, corpi e parole, mentre poi è emersa anche la quinta popolazione, che sembra essere selettiva per le immagini di cibo. I ricercatori hanno chiamato questa popolazione componente alimentare ventrale (VFC).

Attraverso uno studio più specifico, gli studiosi attraverso la risonanza magnetica, hanno visto che ogni individuo rispondeva in maniera diversa di fronte a disterminati alimenti. Ovvero questi neuroni si accendevano, davanti al cibo preferito. Questo tipo di ricerca è ancor in fase di sviluppo e i ricercatori sperano di studiare quando e come questa regione si sviluppa durante la prima infanzia e con quali altre parti del cervello comunica.

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