PFAS negli alimenti, grossa scoperta su questa minaccia cancerogena

C’è una osservazione molto importante in materia di presenza di PFAS negli alimenti. Si tratta di sostanze potenzialmente cancerogene e quasi impossibili da smaltire. Almeno fino ad oggi. 

Una donna mentre cucina
Una donna mentre cucina (Adobe Stock)

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PFAS negli alimenti, occorre dare grande importante alla loro presenza in svariati prodotti quali alimenti, accessori di cosmetica ed oggetti di uso comune. Si tratta di sostanze potenzialmente pericolose per la salute delle persone e che sono anche di difficile smaltimento. Quindi comportano anche dei danni importanti arrecati all’ambiente.

Quello di PFAS è un acronimo di sostanze perfluoroalchiliche; si tratta di composti chimici concepiti nella metà del Novecento ed inseriti nel novero nei processi industriali. Si trovano in particolare nei seguenti prodotti:

  • impermeabilizzanti per tessuti;
  • tappeti;
  • pelli;
  • insetticidi;
  • schiume antincendio;
  • vernici;
  • rivestimento dei contenitori per il cibo;
  • cera per pavimenti;
  • detersivi;
  • rivestimenti per pentole da cucina;
  • tessuti tecnici;
  • saponi
  • schiuma da barba
  • prodotti di cosmesi
  • deodoranti
  • vernici
  • piatti e bicchieri usa e getta pure in materiali green come il bambù

PFAS negli alimenti, la scoperta importante in laboratorio

Un porro affettato inserito in un pentolino
Un porro affettato inserito in un pentolino (Pexels)

La pericolosità per la salute è confermata da diversi studi appositamente condotti. In ambito alimentare può avere luogo la migrazione di PFAS negli alimenti mediante il fondo consumato di pentole ed anche padelle usate. L’assimilazione di queste tracce di prodotto chimico prolungata nel tempo può aumentare la probabilità di contrarre delle malattie anche gravi.

Ora arriva una novità importante da parte degli studiosi di due atenei statunitensi. Si tratta della Michigan State University e della Northwestern University, i cui accademici hanno lavorato sui PFAS composti da acido carbossilico. Di norma occorrono temperature altissime per distruggere i legami chimici interessati. I ricercatori hanno impiegato in questo caso dell’idrossido di sodio.

E questo esperimento ha avuto luogo in condizioni di basse temperature. Questa è una ottima notizia perché si è scoperto che i PFAS possono quindi essere smaltiti anche in condizioni ambientali più favorevoli. Mentre occorre avere cautela e fare in modo di sbarazzarsi il primo possibile di pentole eccessivamente consumate, si spera che questa osservazione possa risultare utile all’atto pratico già nel breve periodo allo scopo di fare del bene all’ambiente.

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