È stata condotta un’analisi molto approfondita che mette in relazione il rischio precoce di ictus in base al gruppo sanguigno di appartenenza.
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La Società Spagnola di Neurologia (SEN) ha affrontato la più grande analisi sui gruppi sanguigni degli ultimi anni, mettendo in risalto l’incidenza del tipo di sangue con il rischio di avere un ictus precoce, quindi prima dei 60 anni. L’ictus è la seconda causa di morte più diffusa nel mondo, subito dopo l’infarto. Questa patologia colpisce più di 15 milioni ogni anno.
Ma l’ictus non conduce solo alla morte, nella maggior parte dei casi crea una disabilità perenne e demenza. I ricercatori spagnoli hanno dunque esaminato e messo in rapporto questa condizione, attraverso una lunghissima serie di analisi del sangue. Il risultato è stato poi pubblicato sulla rivista medica di neurologia Nuerology, dove sono stati forniti tutti i dati provenienti da studi genetici sull’ictus ischemico in persone di mezza età.
I risultati della ricerca: gruppo sanguigno e ictus, qual è il legame?
Se in precedenza si aveva il dubbio che i gruppi sanguigni diversi da 0 fossero collegati a rischio di ictus precoce, ora l’analisi condotta da SEN fornisce ulteriori chiarimenti, indicando che a essere maggiormente a rischio è il gruppo sanguigno A. L’analisi suggerisce che le varianti genetiche legate a questo gruppo sanguigno rappresentino un rischio maggiore di coaguli di sangue.
Il SEN ha messo in relazione quasi 50 studi sulla genetica e altre decine di studi riguardanti l’ictus ischemico, effettuati in America, in Europa e in Asia. Sono state esaminate le analisi di più di 16 mila persone che hanno subito ictus e più di 500 mila persone in salute. Si è scoperto che delle persone soggette a ictus, quasi 6 mila lo avevano avuto in età precoce, prima dei 60 anni.
L’ictus a esordio precoce si verifica prima dei 60 anni, quindi in giovane e mezza età, mentre si parla ictus tardivo quando avviene in tarda età, dopo i 60 anni. I ricercatori hanno esaminato tutti i cromosomi, in modo tale da identificare le varianti genetiche associate all’ictus. Hanno poi suddiviso i gruppi A, AB, B e 0, confrontando esami del sangue dei soggetti analizzati con i casi di ictus.
I soggetti più a rischio per l’ictus precoce sono quelli con gruppo sanguigno A, mentre quelli con gruppo 0 hanno meno probabilità. Il gruppo sanguigno B, invece, è maggiormente connesso a rischio di ictus tardivo. Le persone con gruppo sanguigno A, dunque, hanno un rischio maggiore del 16% di ictus precoce, quelli con gruppo sanguigno 0 un rischio inferiore del 12% rispetto agli altri gruppi.
Circa la metà delle persone che ha subito un ictus precoce, appartiene al gruppo A, una percentuale molto elevata. Tuttavia, come ammettono i ricercatori, questo campo è ancora molto esteso, e gli studi per la comprensione dello sviluppo dell’ictus non si fermano qui. Sono necessari ulteriori ricerche per riuscire a trovare trattamenti preventivi nella lotta alla malattia, nonché nuove cure per combattere la disabilità.