Spesa più cara, sai perché spendi di più? Colpa del trucco dei produttori

C’è un metodo ritenuto poco onesto che finisce con il rendere la nostra spesa più cara. Indagano le autorità incaricate ma nel frattempo noi consumatori dobbiamo prestare bene attenzione.

Una donna controlla un prodotto da acquistare
Una donna controlla un prodotto da acquistare (Freepik)

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Spesa più cara, la cosa diventa una triste realtà non solo per l’aumento dell’inflazione e dei prezzi sia di prima necessità che di quelli non indispensabili, ma anche per altri fattori. Come ad esempio la nostra leggerezza nell’andare ad acquistare prodotti che in realtà non ci servono affatto.

Ed in questo sono bravi le parti che vendono ad attirare la nostra attenzione ed a persuaderci a cedere alla tentazione di levarci uno, due, più sfizi. Ne sono una dimostrazione i dolciumi e le bevande e gli snack di tutti i tipi posizionati alle casse. L’attesa può portare molto facilmente una persona a consolarsi con qualcosa da addentare subito dopo avere pagato E questo contribuisce a fare si che alla fine ci sia una spesa più cara.

Un altro fattore che riguarda la spesa più cara, in questo senso, è rappresentato anche dal fatto che i prodotti più noti, e solitamente più cari, siano posizionati ad altezza d’occhio. Proprio per meglio attirare l’attenzione. Ma c’è anche dell’altro, e si tratta stavolta di una pratica si furba ma anche al limite dell’etica e dell’onestà.

Spesa più cara, così i produttori truffano i consumatori

Una corsia di supermercato vista dal carrello
Una corsia di supermercato vista dal carrello (Freepik)

Complice la crisi energetica e legata all’inflazione, con i prezzi di carburanti, forniture e materie prime aumentati tutti pesantemente verso l’alto, per molte aziende la realizzazione dei loro prodotti è diventata assai più costosa. Ci si mette una pezza allora attuando una strategia che va a tutto svantaggio dei consumatori.

Si tratta della tecnica dello shrinkflation. Ovvero del vendere un prodotto che risulta più piccolo in dimensioni ed in quantità rispetto al passato, senza per questo ridurre il prezzo. Che addirittura in alcuni casi viene aumentato. In realtà tutto questo esiste da sempre, ma data la congiuntura attuale sfavorevole è ora accentuato da parte dei soggetti produttori.

Con lo shrinkflation il produttore spende di meno nella realizzazione di un dato bene. Ed il consumatore lo acquista senza alcun vantaggio, sborsando o lo stesso prezzo di quando la grammatura era superiore, in passato, o addirittura di più.

E niente si salva dallo shrinkflation: pasta, merendine, biscotti, gelati, dentifricio...con magari 250 grammi di prodotto contenuto rispetto ai 350 del passato, ma con il prezzo di vendita che invece non cala. A questo punto sta al consumatore controllare per bene il bene che è sul punto di acquistare, in attesa magari di un possibile intervento da parte delle autorità preposte volto a sanzionare quella che sembra essere a tutti gli effetti una pratica scorretta.

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