Le persone che si rivelano essere affette da demenza in realtà sviluppano i sintomi prima e tra questi vi può essere anche un cambio repentino nel comportamento. Vediamo insieme come riconoscerlo.
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La demenza è una condizione cognitiva invalidante, poiché porta la persona a dimenticarsi di quanto ha fatto poco prima, ma anche di ricordi più lontani nel tempo e di persone, anche le più prossime.
La vita diventa dunque improvvisamente piena di punti interrogativi a cui è difficile trovare delle risposte, quasi come se fosse un puzzle con dei pezzi mancanti. Certo è che, se rilevata in tempo, è possibile intervenire per controllare al meglio questa malattia.
Ed è proprio per questo motivo che può essere utile sapere che un cambio repentino del comportamento può essere proprio un sintomo di questa condizione.
Quali sono i disturbi del comportamento nella demenza?
Nella vita quotidiana possiamo cambiare il comportamento più volte e più o meno rapidamente. Ecco perché difficilmente questa condizione viene ricondotta a un sintomo di demenza; eppure la presa di coscienza potrebbe in qualche modo gestire al meglio la malattia e capire come intervenire per tempo. Vediamo dunque quando un cambio del comportamento potrebbe voler dire che ci si trova di fronte a un rischio di demenza.
I disturbi del comportamento che possono manifestarsi prima o durante la malattia possono variare da persona a persona e consistono in sintomi determinati da alcuni fattori. Questi possono essere sia interni e riguardare la persona, come ad esempio la manifestazione di alcune emozioni, quali paura o dolore, oppure esterni, come ad esempio comunicazioni difficili e complesse oppure carenza di stimoli provenienti dall’ambiente.
Tutte queste manifestazioni possono riguardare in forme diverse l’umore, il comportamento verbale o motorio, la percezione e il pensiero. E con il tempo possono comportare a conseguenze anche gravi. Ad esempio, aumentano il rischio che la persona possa svolgere attività pericolose per gli altri e per sé stessa oppure possono sfociare in deliri o reazioni aggressive.
Da qui l’importanza di riconoscerne il sintomo per aiutare chi assiste il malato a limitare la frequenza e la gravità degli episodi, adottare strategie appropriate di comunicazione e approccio, individuare strategie adeguate per prevenirne l’insorgenza, evitare reazioni catastrofiche e prevenire situazioni di rischio per il malato.