Il tumore ai polmoni è uno dei più diffusi tra la popolazione di tutto il mondo, una recente scoperta ha dedotto che un esame specifico potrebbe fare la differenza. Ecco quale.
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Il tumore ai polmoni è uno dei più diffusi in tutto il mondo ed è anche il più letale per quanto riguarda la penisola italiana, solo nel 2020 sono stati riscontrati 41mila nuovi casi. Anche se è il più diffuso, è anche il tumore più facile da prevenire, difatti basterebbe non fare uso di fumo di sigaretta vito che più dell’80% dei casi è causato dal tabacco. Purtroppo questo tumore non viene individuato subito e la diagnosi è, spesso, tardiva.
La ricerca scientifica in questi ultimi anni ha fatto passi da gigante e ha permesso di capire che ogni mutazione genetica e del DNA, rende ogni tumore unico. Negli ultimi anni sono stati scoperti biomarcatori molecolari specifici che hanno portato a cambiare l’approccio terapeutico di questa mortale malattia. Grazie a questo cambiamento infatti, l’approccio è più mirato e personalizzato, avendo maggiore efficacia e minori effetti collaterali.
Conoscere le mutazioni genetiche: l’esame per il tumore ai polmoni
L’esame che potrebbe cambiare la vita a chi soffre di tumore ai polmoni è quello che indaga se e quali alterazioni genetiche sono presenti all’interno del tumore. Anche eventuali mutazioni del DNA possono fare la differenza in questo caso. Questo esame è utile perché in base al tipo di mutazione si sceglie la terapia più adatta al paziente. Molti esami non vengono effettuati perché non coperti dalle spese sanitarie, a fronte di questa problematica, nasce la campagna di Amgen Italia, “L’esame più importante della tua vita”, che ha lo scopo di sensibilizzare i pazienti oncologici sull’importanza del profilo genetico.
La campagna informa i pazienti sull’importanza della genetica e di come essa giochi un ruolo fondamentale sul tumore ai polmoni. Più la diagnosi è precisa e più si hanno cure mirate ad eliminare il problema. Un esempio riguarda proprio la mutazione KRAS, la quale in Italia conta ogni anno circa 4.000 casi e fino ad ora è stata affrontata con approccio standard. Grazie alle nuove ricerche in campo genetico, è stato possibile ideare in farmaco specifico per questo tipo di mutazione. Di certo la ricerca è ancora tanta da fare, ma è sicuramente la strada giusta.