In tanti non sanno di essere soggetti a delle malattie del fegato, se non addirittura affetti. Il quadro tracciato a seguito di uno studio è estremamente critico.
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Malattie del fegato, le patologie ad oggi note e purtroppo frequenti in certe specifiche situazioni sono diverse. Con la solita prevenzione, fatta di visite mediche anche senza che ci sia la presenza di sintomi, e soprattutto con uno stile di vita equilibrato, è possibile ridurre i rischi in tal senso.
Eppure c’è uno studio che presenta un ulteriore fattore di rischio per chi invece già da tempo soffre di malattie del fegato. Ed emerge una percentuale importante di persone interessate dalla problematica che non può essere ignorata. Si tratta infatti di un 30% che quasi corrisponde ad una persona su tre di individui soggetti a malattie del fegato, per l’appunto.
Alcuni esperti dello statunitense Centers for Disease Control and Prevention mettono in guardia gli uomini e le donne affetti da tale problematica a fare attenzione, specialmente nel caso in cui sia presente uno specifico fattore. E la cosa fa riflettere.
Ad influenzare la sovraesposizione a diverse patologie epatiche concorrono anche delle trasfusioni del sangue, avvenute pure trent’anni fa ed oltre. Come anche l’assunzione di sostanze stupefacenti, oltre che di alcolici e fumo. Gli abusi del resto fanno sempre male.
E non è tutto: emerge un’altra grave scoperta a seguito delle rilevazioni compiute dal Centers for Disease Control and Prevention. Si tratta della possibile presenza dell’epatite C, patologia per la quale la metà dei soggetti presi in disamina non era a conoscenza del fatto di essere infetto. Così come i due terzi non sapeva di essere affetto da epatite B.
La cosa riguarda individui sottoposti a screening negli Stati Uniti. Ma i risultati di questo studio possono essere estesi anche a carattere globale. Il permanere di epatite poi viene ritenuto anche una sorta di anticamera al pericolosissimo cancro al fegato.
Per questo motivo si consiglia di sottoporsi a controlli, allo scopo di ridurre il più possibile eventuali brutte scoperte. In merito a quanto affermato dal Center for Disease Control and Prevention, viene ripreso anche uno studio del 2006 dell’American Association for the Study of Liver Diseases.
Ai tempi vennero sottoposti ad osservazione quasi 4mila persone, delle quali circa 2mila con epatite C. E tra l’altro, chi aveva l’epatite aveva anche uno o più tatuaggi.
Altra cosa che ha fatto pensare ad un collegamento diretto tra questa patologia e la presenza di tatuaggi. Una situazione che esporrebbe ad un rischio quattro volte superiore rispetto ad una situazione normale.