La trombosi del viaggiatore è una condizione che colpisce principalmente chi viaggia in aereo, ecco cos’è nello specifico e come contrastarla.
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Esiste una correlazione tra trombosi venosa e i viaggi prolungati su qualsiasi mezzo di trasporto, più evidente nei viaggi di durata superiore alle 4 ore e, soprattutto, nei viaggi di durata superiore alle 8 ore. Negli ultimi anni la concezione del viaggio è cambiata e mano a mano si è tornata ad una normalità, e le persone hanno ricominciato a fare viaggi lunghi.
Di fronte al ritorno di un turismo mondiale, la Società Spagnola di Trombosi ed Emostasi (SETH) ricorda che i viaggi prolungati possono raddoppiare o addirittura triplicare il rischio di trombosi del viaggiatore. Questa patologia, nota anche colloquialmente come “sindrome da classe economica”, consiste in un episodio di tromboembolismo venoso (TEV). Si tratta della formazione di un coagulo nelle vene delle gambe con il rischio che si stacchi e migri verso la circolazione polmonare.
Come evitare la trombosi del viaggiatore
Secondo gli esperti, l’incidenza di questi episodi trombotici dipende dalla durata del viaggio e da alcuni fattori di rischio di ognuno. Inoltre, sebbene siano sempre attribuite ai viaggi in aereo, oggi è risaputo che anche qualsiasi viaggio prolungato in auto o in treno può favorire la trombosi. L’insorgenza della trombosi è imprevedibile, in quanto può verificarsi giorni o settimane dopo il viaggio in questione. Tuttavia può capitare immediatamente dopo il viaggio.
I fattori di rischio che possono favorire la trombosi venosa sono:
- età avanzata,
- anamnesi di precedenti trombosi
- interventi chirurgici o traumi recenti
- gravidanza
- uso di contraccettivi orali
- obesità
- cancro
- predisposizione genetica alla trombosi
- immobilizzazione prolungata durante il viaggio
La diagnosi di trombosi venosa è talvolta difficile perché i segni e i sintomi non sono sempre evidenti. In generale, la diagnosi clinica si basa sulla presenza di dolore, edema e arrossamento in una sezione della gamba, di solito sopra o sotto il polpaccio. Il dolore di solito aumenta quando si esercita una pressione a livello dei polpacci della gamba interessata. La conferma della trombosi è stabilita con un test semplice e non invasivo che utilizza gli ultrasuoni: ecodoppler.