Quanto pesa l’inflazione sulle tasche degli italiani: fare la spesa è diventato più complicato anche dal punto di vista della gestione dei costi.
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Molti prodotti costano di più rispetto al 2021 e i prezzi continueranno ad aumentare. I prezzi in aumento non riguardano solo i prodotti che troviamo nei supermercati. È aumentato anche il prezzo del cinema, delle cene ai ristoranti e di tante altre attività che siamo abituati a svolgere. La colpa di tutto questo ha un nome: inflazione.
Ma cos’è esattamente l’inflazione e come influisce sul costo dei prodotti che acquistiamo tutti i giorni? Il termine inflazione vuol dire letteralmente “gonfiare“, e deriva dal latino. Consiste in un aumento dei prezzi di beni e servizi che, a sua volta, genera un calo del potere d’acquisto della moneta. In termini pratici, vuol dire che oggi con un euro si possono acquistare un numero di beni inferiore rispetto agli anni precedenti. Come influisce sulle tasche degli italiani?
Calo del potere di acquisto: la causa è l’inflazione che gonfia i prezzi dei prodotti
Si tratta quindi di una riduzione del valore della moneta nel corso del tempo. Secondo un’indagine di Eurostat, il prodotto che ha subito di più il colpo dell’inflazione è il burro, che ha raggiunto aumenti fino al 28.5% rispetto all’anno precedente. Seguono poi l’olio d’oliva, con un aumento vertiginoso del 19.8%, poi il pane, le uova e, infine, il latte, con aumenti calcolati tra il 13% e il 18%.
La ragione di questi aumenti è dovuta principalmente all’aumento dei costi dei servizi base, come ad esempio elettricità, acqua, fertilizzanti e mangimi. L’Italia, rispetto a tanti altri paesi, ha in realtà subito un colpo minore, grazie a una produzione interna forte e l’autonomia di una serie di prodotti commerciati.
L’inflazione ha portato a una diminuzione degli acquisti di alcuni prodotti rispetto all’anno precedente. A giugno del 2022, infatti, è stato registrato un calo degli acquisti di circa il -3.8% rispetto a giugno dell’anno precedente. La situazione però potrebbe migliorare nel medio termine.
Lo sblocco dell’export ucraino, grazie all’accordo tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia, assicurerà i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, e questo permetterà di aiutare tante nazioni, soprattutto quelle più dipendenti dalle risorse dell’est Europa.
Anche l’Italia gioverà di questo sblocco, poiché, seppur vero che nel nostro Paese, gran parte delle produzioni sono interne, una parte del mais è importato dall’esterno. Chiaramente non dobbiamo aspettarci un crollo immediato dei prezzi della spesa ma un miglioramento a medio lungo termine.