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Escherichia Coli in Emilia-Romagna, in tanti si tuffano lo stesso

Pubblicato da
Salvatore Lavino

Succede nonostante il divieto di balneazione nella zona adriatica interessata da una riscontrata alta concentrazione di Escherichia Coli in Emilia-Romagna.

Una giornata nuvolosa al mare (Pixabay)

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Escherichia coli in Emilia-Romagna, la situazione è tornata ben presto alla normalità. Dopo il divieto emesso dalla Regione il 28 luglio scorso a chiunque in merito al fatto di tuffarsi nel tratto di mare Adriatico che da Cattolica – in provincia di Rimini – sale fino a Goro, in provincia di Ferrara. In totale 28 località sono state interessate dal divieto di balneazione.

Divieto poi revocato già il giorno dopo, quando la misurazione dei valori compiuti su alcuni campioni estratti dal mare allo scopo di valutare quanto ancora fosse elevata la presenza batterica al suo interno aveva mostrato come tutto quanto fosse rientrato all’interno dei parametri ritenuti standard. In merito alle cause che avevano portato ad una crescita esponenziale della Escherichia coli in Emilia-Romagna sul versante adriatico si era parlato di “circostanze eccezionali”.

Tra una precisa situazione climatica ed ambientale ed anche gli sversamenti industriali che da sempre inquinano la parte settentrionale del Mare Adriatico, ecco che ala fine è accaduto ciò che mai non sarebbe dovuto accadere, con una elevata concentrazione della Escherichia coli in Emilia-Romagna. La natura del batterio poi deve lasciare riflettere.

Escherichia Coli in Emilia-Romagna, in tanti non rispettano il divieto

Una giornata coperta al mare (Pixabay)

Si tratta infatti di un microrganismo tipico degli ambienti fecali sia dell’uomo che di diversi animali, e che riesce a proliferare con grande facilità. Il fatto che fosse presente in elevate concentrazioni nel mare, superiori alla norma, deve fare riflettere sullo stato di inquinamento attuale di quelle acque.

Anche perché non c’è solo la Escherichia coli, ma anche altri batteri come campylobacter, Salmonella, norovirus e diversi altri. Il divieto di balneazione è servito a proteggere la salute delle persone e ad evitare che potessero avere luogo delle complicazioni. Non è la prima volta che si assiste ad un divieto di balneazione, cosa che risultava già essere avvenuta in seguito a delle piogge ed agli sversamenti delle fogne in mare.

Giunge notizia però che in diversi non avrebbero rispettato tale divieto, non curandosi delle possibili complicazioni che una contaminazione batterica potrebbe comportare, con nausea, vomito, diarrea con tracce di sangue e dolori addominali come principali sintomi. E sarebbe una cosa buona invece constatare come i cittadini rispettassero, per il loro bene, i decreti e le decisioni ufficiali intraprese dalle autorità nazionali o locali.

Salvatore Lavino

Classe 1985, giornalista pubblicista con una più che decennale esperienza nel settore e con migliaia di articoli prodotti in merito ai temi più disparati. Attualmente impegnato con diverse collaborazioni che trattano di vari argomenti, tra ecologia, cucina, sport, attualità, benessere e molto altro.