Se si sperimenta la perdita dell’olfatto, il motivo potrebbe rivelarsi grave: l’insorgenza dell’Alzheimer. Ecco perché e cosa sapere.
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Secondo gli scienziati, la perdita dell’olfatto, nota anche come anosmia, è uno dei primi sintomi dell’Alzheimer. Perdere la capacità di percepire gli odori infatti, comporta cambiamenti nelle regioni cerebrali che riguardano anche la demenza. Questo ha aperto la strada a un programma di screening economico e non invasivo.
Un rapido declino dell’olfatto è un ottimo indicatore di ciò che finisce per verificarsi in specifiche regioni del cervello. La diagnosi precoce è fondamentale. La memoria svolge un ruolo fondamentale nella capacità di riconoscere gli odori. Gli scienziati conoscono da tempo il legame tra olfatto e demenza. Si ritiene che l’Alzheimer sia innescato da placche e grovigli di proteine anomale che si raccolgono nei neuroni che controllano l’olfatto e la memoria, per poi diffondersi ad altri.
Perché la perdita dell’olfatto è un sintomo dell’Alzheimer
Per approfondire il legame tra olfatto e demenza, un team ha analizzato i dati di 515 persone anziane della loro città statunitense, le quali avevano partecipato a un progetto sulla memoria e l’invecchiamento dal 1997. Hanno dimostrato che era possibile identificare le alterazioni cerebrali che correlavano con la perdita dell’olfatto e delle funzioni cognitive di un individuo nel corso del tempo.
Le persone con un rapido declino dell’olfatto nel corso del tempo potrebbero peggiorare, con maggiori probabilità di avere problemi cerebrali e come l’Alzheimer, rispetto alle persone con un declino lento o che mantenevano un olfatto normale. I partecipanti sono stati sottoposti a test annuali per verificare le funzioni cognitive, i segni di demenza e la capacità di identificare determinati odori. Alcuni hanno anche ricevuto una risonanza magnetica cerebrale. Un rapido declino delle capacità olfattive durante un periodo di cognizione normale ha predetto molteplici caratteristiche della malattia di Alzheimer.
Tra queste, una minore quantità di materia grigia nelle aree legate all’olfatto e della memoria, un peggioramento della cognizione e un rischio più elevato di demenza. In effetti, il rischio di perdita dell’olfatto era simile a quello di essere portatori della mutazione APOE-e4, un noto fattore di rischio genetico per l’Alzheimer.