Bisogna stare attenti alla conservazione della pasta, se conservata troppo a lungo, questa può dare vita a batteri pericolosi per la salute.
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La pasta, il grande amore degli italiani, comporta pro e contro. I contro li conosciamo tutti, sono carboidrati, quindi contribuisce a far aumentare il peso, insieme a tutti i condimenti che ci affianchiamo. Tuttavia, sono numerosi anche i suoi benefici. Il consumo di pasta, nelle quantità giuste, comporta tanta energia per il nostro corpo, e non possiamo proprio eliminarla dalla dieta.
Di pasta, inoltre, ne esistono tantissime varietà, ognuna delle quali dotata delle sue proprietà e dei suo nutrienti. La pasta di farro, ad esempio, è più leggera, e infatti in tanti la acquistano per mantenere il peso forma, visto che è fatta con la farina di grano integrale. Inoltre, la pasta di farro possiedo più vitamine, minerali e fibre rispetto a quella tradizionale.
Conservazione della pasta e del riso, occhio ai batteri
Data l’alta concentrazione di glutine, però, quesa pasta risulta un problema per i celiaci. Gli spaghetti di riso, per queste persone, sono probabilmente i più indicati. I classici spaghetti orientali, quelli cinesi, fatti con amido di riso e con farina di riso. Tuttavia, anche questo tipo di pasta presenta una buona consistenza calorica.
Il fatto è che la pasta, di qualsiasi tipo e genere e forma, è una bontà incredibile. Ma anche questo alimento ha la sua durata di conservazione. E non si tratta della data di scadenza riportata sulla confezione, ma di altro. Come per la carne o per il riso, anche la pasta deve essere consumata nel breve tempo, una volta cotta.
La pasta fredda, quella del giorno dopo, ha un gusto unico. Tuttavia, occorre fare attenzione. Se la si lascia per troppi giorni in frigo, oppure nel microonde, potrebbe dare seri problemi di salute. Specialmente in estate, dove cuciniamo porzioni abbondanti, insalate di riso e grossi piatti di pasta da mangiare per tutta la settimana.
Il batterio responsabile delle intossicazioni alimentari
Per quale motivo? Per il bacillus cereus, un batterio che si annida in tutti gli alimenti conservati in modo errato. Questo batterio può trasmettere una bella intossicazione alimentare e dare una serie di problemi anche gravi. Il batterio ha una forma allungata, sembra un bastoncino e si trova comunemente nell’aria, nella polvere e al suolo.
È la principale fonte di intossicazioni alimentari nell’uomo. Le sue tossine provocano molteplici danni al nostro organismo, generando nausea e vomito, che insorgono da una a sei ore dopo l’ingestione del pasto. Oppure coliche e diarrea, sintomi che insorgono anche diverse ore dopo il consumo del pasto, persino il giorno seguente.
Tra gli alimenti più frequentemente coinvolti nelle epidemie da batterio bacillus cereus troviamo, oltre alla pasta, anche i cereali, la carne, le verdure, i budini e i derivati del latte. L’alimento che causa maggiormente questa infezione? Il riso.
Lasciare il riso, una volta cotto, per più di due giorni è un grave errore, specie se tenuto a temperatura ambiente. Il nostro corpo, ovviamente, sa come affrontare la situazione, e al massimo ci sentiamo male per un paio di giorni, per poi recuperare le forze grazie agli anticorpi. Ma è sempre bene fare attenzione, specialmente se in casa abbiamo soggetti più fragili.