Nonostante i gestori ci inviino dei solleciti di pagamento, ci sono delle situazioni per le quali è legittimo non versare niente per le bollette 2022.
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Bollette 2022, forse di più brutto c’è solo la morte. Un modo di dire che, tra il serio ed il faceto, rende bene di quale sia la situazione attuale. È ormai dalla fine del 2021 che dobbiamo fare i conti con dei pesanti rincari, anche se è dalla fine dell’ultimo inverno che il tutto ha subito un netto peggioramento.
L’aumento del costo delle materie prime ha riguardato un vasto ambito, estendendosi pure ai carburanti ed alle forniture di corrente elettrica e gas. Cosa che ha rallentato ed in alcuni casi anche fermato i processi produttivi, facendo si che i prezzi di qualunque cosa eravamo abituati ad acquistare subisse un tremendo aumento. E per quanto riguarda le bollette 2022, la situazione rimarrà così ancora per un bel pezzo.
Anche per il trimestre che si è aperto lo scorso 1° luglio il Governo – che nel frattempo è caduto – ha provveduto a confermare tutti i provvedimenti di aiuto concepiti in primavera e poi prorogati man mano, per tenere il più contenuti possibile i prezzi delle bollette 2022.
Bollette 2022, cosa succede con quelle non pagate
In particolare sono stati azzerati i cosiddetti oneri di sistema, che hanno un peso sul prezzo che di consueto andiamo a pagare di circa il 21,8%. Si tratta di costi accessori che, un po’ come le accise con benzina e diesel, allo scopo di raccogliere delle risorse aggiuntive da potere impiegare o per il potenziamento delle strutture oppure per altri scopi che con le utenze possono centrare poco o nulla.
A volte possono sorgere delle situazioni controverse per le quali, anche se il gestore di riferimento ci intima di pagare, noi potremmo trovarci nel pieno diritto di non farlo. Inoltre le bollette stesse possono anche cadere in prescrizione. A maggior ragione quando si supera la data che indica questa “scadenza”, l’utente non deve più versare nulla.
Le varie bollette hanno tutte dei riferimento temporali diversi. La prescrizione è sempre quinquennale se entro una certa data, poi la cadenza cambia.
Quando una bolletta cade in prescrizione (e non dobbiamo più pagare niente)
Con il seguente schema riassuntivo avremo le idee più chiare:
fino al 2 marzo 2018 entra in vigore la prescrizione dopo 5 anni per la luce, fino al 1° gennaio 2019 succede lo stesso per il gas. A partire dal giorno dopo, per entrambi, diventa di 2 anni. Per quanto riguarda l’acqua, la data in rosso è indicata nel 1° gennaio 2020. Anche qui c’è una prescrizione di durata quinquennale, ma dal 2 gennaio 2020 diventa biennale.
Gli stessi riferimenti sono da fare anche per quanto riguarda eventuali conguagli a nostro favore. Se i gestori continuano a pretendere di essere pagati nonostante le bollette di riferimento siano scadute, l’utente può porre fino alla cosa inviando una richiesta scritta allo stesso, previa raccomandata o messaggio e-mail.