Quando ci si sottopone a interventi delicati e a esami invasivi, l’anestesia totale è inevitabile, ma cosa accade al cervello al risveglio?
Quando ci si sottopone a interventi delicati e a esami invasivi, l’anestesia totale è inevitabile, ma cosa accade al cervello al risveglio? In molti se lo chiedono, in effetti, il cervello si riattiva dopo una lunga incoscienza, una specie di blackout indotto artificialmente, portando il corpo a dormire profondamente. Si esegue l’operazione e poi i medici decidono di risvegliare il paziente, riattivando il suo cervello.
Tutto ciò, almeno fino a qualche decennio fa, sembrava pura fantascienza, oggi invece è semplice routine. Ma cosa accade alle funzioni cognitive, quando il cervello si ridesta dal sonno? Un medico spiega il processo di risveglio, che appare caotico e disorientante per il paziente.
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Quando un paziente riapre gli occhi, dopo un lungo intervento, ha il cervello ancora annebbiato. L’organo fa fatica a riprendere le sue normali attività e necessita di tempo. Un medico dell’Università della Pennsylvania spiega l’esperimento che lui e suoi colleghi hanno portato a termine, per poi pubblicarlo sulla testata scientifica eLife.
I team di medici ha coinvolto 60 persone adulte e in salute dividendole in due gruppi. Il primo gruppo è stato sottoposto a anestesia totale di tre ore, il secondo ad anestesia locale, restando quindi cosciente. I medici, durante le ore di anestesia hanno stimolato le funzioni cognitive dei pazienti, controllando l’encefalogramma di ognuno di loro.
A seguito di una anestesia, le aree de cervello a riprendersi prima sono quelle della corteccia prefrontale. In quest’area sono situate tutte le funzioni più importanti, come ad esempio quelle legate all’istinto. Non è un caso se il corpo attiva i sensori di un allarme, cercando di garantire salvezza e sicurezza, gestendo una minaccia, identificata in questo caso nel senso di confusione che si prova.
La corteccia frontale si attiva prima, rispetto alle altre aree del cervello, questo perché deve risolvere subito i problemi che ha di fronte. È qui che avviene il processo di memoria, di memorizzazione e di controllo motorio. Le altre zone dell’organo, magari quelle che regolano la concentrazione o che controllano le emozioni e le reazioni, si riprendono più tardi.
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Gli studiosi riferiscono che un soggetto, per potersi riprendere completamente dall’anestesia, necessita di un tempo medio di tre ore. Dopo tre ore, dunque, il corpo torna alle sue piene funzionalità. Un studio interessante cha indaga sull’organo più complesso del corpo umano, ancora in gran parte misterioso e sconosciuto anche agli scienziati.