Mordersi le unghie non è un gesto da sottovalutare perché potrebbe essere sintomo di un disturbo psicologico e non solo quello.
Ci sono alcuni segni, alcune azioni che in moltissimi compiono senza neanche accorgersi. Una di queste azioni è mordersi le unghie, ad esempio. Potreste essere voi o conoscere qualcuno a cui vedete farlo spesso. Oppure, un altro segno che spesso si trova nelle persone è quello di mordersi la pelle attorno alle unghie.
Questi possono essere interpretati come segni comuni, manifestazioni di stress e di nervosismo, ma sono anche qualcosa di più. Infatti, possono essere sintomi di un disturbo psicologico importante: il disturbo ossessivo compulsivo. A volte può essere banalizzato come la necessità di eliminare le pellicine, ma questo comportamento può nascondere dei problemi molto più seri.
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Ci sono diversi elementi che possono far capire che una persona soffre del disturbo ossessivo compulsivo. Tuttavia, vediamo di approfondire l’argomento qui di seguito con maggiori dettagli.
Mordersi le unghie: segno di disturbo ossessivo compulsivo
Alcune persone che si mangiano le unghie o la pelle attorno ad esse, disturbo che prende il nome di dermatofagia, raramente e questo non vuol dire che soffrano di un disturbo psicologico. Tuttavia, secondo gli esperti sarebbe molto importante valutare la frequenza con cui la persona fa questo tipo di cose e la gravità con cui la fa. A volte può succedere che con i denti si strappino le pellicine in modo del tutto esagerato e che non si riesca a smettere.
Si può capire se questo è un problema che nasconde molto altro cercando di dire a quella persona di smettere di fare quell’azione. Se ci riesce va bene, ma se è spinta da una voglia incontrollabile di continuare a mordere la pelle o le unghie allora il rischio della presenza di un disturbo ossessivo compulsivo è molto alto. Questo disturbo è fatto di ansia, di ossessione e di compulsioni incontrollabili.
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Oltre a questi due elementi, ci possono essere tanti altri comportamenti che indicano questo tipo di disturbo. La scienza dice che ne sono affette circa il 2-3% della popolazione almeno una volta nell’arco della vita. L’unica soluzione è individuare questo problema e poi dedicarsi ad una terapia psicologica cognitivo comportamentale specifica. Se non trattato adeguatamente il disturbo peggiora.