L’attività fisica fa bene e su questo non c’è alcun dubbio, ma non si può dire lo stesso degli esercizi, questi ad esempio sono sconsigliati se vuoi prevenire cancro e diabete.
Da sempre sentiamo dire che seguire una dieta equilibrata e svolgere costantemente attività fisica sono i pilastri su cui si fonda una buona salute. Ma allora che storia è questa? Come è possibile che l’attività fisica faccia male in alcuni casi?
Questo può succedere quando si eccede. Così come fa male mangiare un determinato alimento in quantità eccessive, allo stesso modo praticare attività fisica troppo spesso può nuocere alla salute.
In particolare, sono questi gli esercizi sconsigliati se vogliamo prevenire alcune malattie quali ad esempio cancro o diabete. Lo ha affermato un recente studio.
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Di solito si consiglia di praticare attività fisica almeno tre o quattro volte alla settimana. Ma quando si comincia a sforare e ad allenarsi tutti i giorni ci potrebbe essere il rischio di sovraccaricare i muscoli e questo può comportare crampi dolorosi. Ciò è dovuto all’eccessiva produzione di acido lattico, una sostanza che il nostro corpo produce a seguito di uno sforzo intenso e che di solito viene smaltita dal fegato. Quando però tale sostanza supera un certo livello allora diventa difficile da smaltire e può diventare dannosa, soprattutto quando si deposita nel sangue e vi rimane per un lungo periodo.
In questo caso possono infatti insorgere problemi di salute anche gravi. Lo ha confermato uno studio realizzato dall’Università del Colorado e pubblicato su Frontiers in Nutrition. Da questa indagine è infatti emerso che la presenza di acido lattico in eccesso può alterare il metabolismo cellulare, portando in alcuni casi a forme di cancro e al diabete di tipo 2. Si è giunti a questa conclusione esponendo alcuni topi a notevoli quantità di acido lattico per 48 ore, dopo le quali i ratti sono diventati più soggetti ad alcune malattie.
Inoltre, quando si manifesta il cancro le cellule tumorali producono una quantità di acido lattico maggiore rispetto a quella abituale e ciò comporta il medesimo rischio. Il corpo non riesce a smaltire questa sostanza che in questo caso si rivela doppiamente dannosa perché agevola il progredire della malattia, oltre a diminuire le difese immunitarie.