Tutto ciò che c’è da sapere sulla sindrome di Tourette

La sindrome di Tourette è una malattia neuropsichiatrica di cui si sente poco parlare ma che in realtà interessa circa 1 persona su 100 nel mondo. 

cervello
Sindrome di Tourette (Pixabay)

Caratterizzata dall’emissione di suoni e rumori involontari combinati con movimenti incontrollati, la sindrome di Tourette è una malattia che interessa il cervello e che molto spesso si affianca a problemi comportamentali e psicologici.

Si tratta dunque di un disturbo invalidante sotto alcuni aspetti, che colpisce più gli uomini che le donne ma le cui cause sono sconosciute. Vediamo insieme tutto quello che bisogna sapere.

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Come inizia la sindrome di Tourette?

tic malattia neurologica
Alcuni tic della sindrome di Tourette (Pinterest – youtube.com)

La sindrome di Tourette di solito compare durante l’infanzia per scomparire poi durante l’adolescenza oppure per perdurare anche in età adulta. In molti casi è genetica e spesso può essere associata anche al disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) o disturbo ossessivo-compulsivo.

Il suo nome deriva dal medico francese Georges Gilles de la Tourette, che nel 1884 ne descrisse i sintomi per la prima volta in assoluto. Chiamata anche “la malattia dei tic” per i suoi movimenti involontari, questi sono uno tra i sintomi tipici di questo disturbo. Si pensa siano infatti generati dal malfunzionamento di alcune zone del cervello, che controllano proprio i movimenti del corpo.

Questi tic generalmente non rappresentano un problema grave, ma a lungo andare possono essere dolosi, oltre a provocare vergogna e imbarazzo, specialmente nei bambini. Proprio per questo motivo molti malati di Tourette finiscono per isolarsi e avere problemi di autostima. Ma come si cura?

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Il trattamento dipende dal grado di complessità della malattia e da quanto risulta essere impattante in termini di qualità della vita. Se si tratta infatti di casi lievi è meglio evitare qualsiasi terapia, altrimenti, se la disabilità viene considerata moderata o grave, si consiglia seguire una terapia cognitivo-comportamentale e, se necessario, farmacologica. Questo verrà valutato da uno specialista che saprà in che modo intervenire.

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