Workaholism: quando lavorare troppo nuoce alla salute

Non si può vivere per lavorare, anche perché così facendo ci si rischia di ammalare di workaholism, che può diventare una vera e propria dipendenza.

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Uomo che lavora troppo (Pexels)

Workaholism è un termine inglese che è stato coniato nel 1971 unendo le parole “work” e “alcoholism”, per indicare una condizione di dipendenza dal lavoro.

Perché così come la droga o l’alcol, anche il lavoro può generare una dipendenza, che a lungo andare può portare a effetti negativi sull’organismo. Ma quando si verifica questa condizione e come è possibile guarire?

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Come capire se soffri di workaholism

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Uomo che soffre di workaholism (Pinterest – franzrusso.it)

Sono tante le dipendenze a cui possiamo andare incontro e non bisogna escludere o sottovalutare quella da lavoro, altrettanto dannosa per corpo e mente. Chi soffre di workaholism lavora sempre, non solo durante il suo orario di lavoro ma anche la sera oppure se è in ferie o in malattia. Dunque chi soffre di questa dipendenza ha fatto del proprio lavoro un’ossessione e come tale non riesce a distaccarsene.

Le cause possono essere l’incapacità di dire “no”, la volontà di mostrarsi sempre disponibile e di voler essere migliore degli altri oppure la paura di non ottenere la promozione tanto desiderata o di perdere il lavoro. Eppure il fatto di lavorare giorno e notte non è la strada giusta verso il successo.

Dunque non solo chi ha questa dipendenza non ottiene ciò che vuole, ma tale atteggiamento può avere a lungo andare conseguenze irreversibili, quali ad esempio incidenti sul lavoro, malattie mentali o perdita di produttività. Ma come fare per risolvere il problema?

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Non solo il dipendente deve ridimensionare il proprio tempo e organizzarsi al meglio per coniugare attività lavorativa e professionale, ma anche il datore di lavoro deve diminuire il carico di compiti assegnati se questi superano di gran lunga le mansioni che spettano al lavoratore. Inoltre, quest’ultimo deve imparare a farsi a valere e a dire “no” qualora ce ne fosse bisogno, e ascoltare di più il proprio corpo per garantirgli il benessere di cui ha bisogno.

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