Olfatto e Alzheimer: se non senti bene questi odori sei a rischio

Secondo un recente studio, c’è un collegamento tra l’incapacità di percepire alcuni odori e il rischio di sviluppare l’Alzheimer in futuro.

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Il nesso tra disfunzione olfattiva e Alzheimer (Pixabay)

Una ricerca ha collegato la disfunzione olfattiva alle malattie neurodegenerative, mettendo in luce come la mancata rilevazione di determinati odori possa rappresentare un sintomo precoce di Alzheimer. Ecco cosa ha scoperto lo studio pubblicato sulla rivista scientifica Diabetes Research and Clinical Practice.

Lo studio che ha messo in relazione la percezione degli odori e l’Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è la più comune forma di demenza, una condizione che causa la perdita di memoria e, più in generale, la compromissione delle abilità intellettuali e delle funzioni cognitive.

Questa malattia neurodegenerativa colpisce prevalentemente le persone in età presenile. Individuarla tempestivamente è fondamentale: sebbene ad oggi non esista una cura risolutiva, infatti, l’efficacia del trattamento dipende dalla velocità della diagnosi  che, nel caso in cui risulti precoce, contribuirà alla riduzione dei sintomi per un lasso di tempo più consistente possibile.

Tra i campanelli di allarme che potrebbero indicare la demenza ci sono:

  • Difficoltà di concentrazione;
  • Perdita di memoria;
  • Confusione relativa alle coordinate spazio-temporali;
  • Difficoltà a dedicarsi alle normali attività quotidiane;
  • Sbalzi di umore improvvisi.

Un team di scienziati ha cercato di capire se l’incapacità di percepire determinati odori potesse rappresentare un marker in grado di indicare il rischio di sviluppare l’Alzheimer.

I ricercatori si sono focalizzati sulla disfunzione olfattiva legata alla capacità ridotta o distorta di percepire l’odore del cibo.

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Disfunzione olfattiva e demenza: chi è a rischio

Lo studio, in particolare, si è concentrato sulle persone già affette da diabete di tipo 2.

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Persona con l’Alzheimer (Adobe Stock)

Nel corso della ricerca, 151 pazienti anziani affetti da questa patologia sono stati monitorati per cinque anni. L’obiettivo era quello di raccogliere dati sulla salute e sulla loro funzionalità olfattiva dei partecipanti.

In questo modo, gli esperti sarebbero riusciti a verificare se, nonostante non risultassero a rischio di sviluppare demenza, l’incapacità di sentire gli odori potesse indicare una predisposizione all’insorgenza di Alzheimer.

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Nel corso dei tre anni successivi all’inizio del monitoraggio, circa il 9% del campione ha sviluppato una probabile demenza.

Incrociando le informazioni registrate, i ricercatori si sono resi conto che coloro che erano interessati da un maggior rischio di Alzheimer  avevano ottenuto i punteggi più bassi nel corso dei test olfattivi a cui erano stati sottoposti.

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