Piangere fa parte della natura umana, un processo corporeo che può essere benefico oppure opprimente: quando piangere e quando evitare di farlo?
Piangere fa parte della natura umana, un processo corporeo che può essere benefico oppure opprimente: quando piangere e quando evitare di farlo? Dipende tutto dalla situazione in cui ci si ritrova. A volte, le lacrime sono liberatorie, sanno di libertà, di gioia, e comportano tanti benefici. Altre volte, invece, indicano uno stato negativo, una sorta di prigionia emotiva che bisogna bloccare.
È importante sapere perché si piange in un determinato momento. Il corpo produce lacrime per alleviare il dolore fisico ed emotivo, inoltre, questo, con la lacrimazione, libera endorfine e ossitocina. Questi elementi combattono lo stress e alleviano le tensioni muscolari. Insomma, il pianto fa parte del nostro comportamento, è alla base della socialità, ma appartiene anche alla sfera intima.
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Benefici e controindicazioni del pianto: quando non farlo
Spesso, il pianto diventa un’espressione di oppressione, e per questo motivo occorre farsi forza e liberarsene. Ansia, traumi passati, depressione, pessimismo, stress cronico. Queste emozioni indicano stati di rottura emotiva. Il pianto, in tal caso, è sintomo di prigionia, e incide sul sistema nervoso. Se si realizza che si sta piangendo troppo, per svariati motivi, occorre dire stop alle lacrime.
Non è facile, specie si si sta attraversando un brutto momento, ma occorre trovare la forza. Controllare il pianto può significare anche saper controllare le angosce e le tensioni. Quando si piange, tutto il corpo viene chiamato in causa. Perciò, non solo gli occhi arrossiscono, ma la frequenza cardiaca aumenta, si respira con più difficoltà, l’intestino ne risente. Non è una situazione positiva.
Come fermare le lacrime e praticare il controllo emotivo
In certi casi, meglio passeggiare in ambienti confortevoli. La natura aiuta molto a superare traumi e stress. Oppure, bisogna scegliersi un ambiente giusto, ideale per trovare la pace mentale. Questo può essere ovunque, ovviamente deve essere a portata di mano. Una zona dove sentirsi sicuri in caso di necessità.
Troppe lacrime trasmettono tensione al corpo, perciò meglio provare a respirare profondamente. Praticare tecniche di respiro aiuta tanto al ripristino del controllo emotivo. Una delle più riuscite è quella di inspirare per dieci secondi, trattenere il fiato tre secondi, e poi espirare per altri dieci secondi. Un esercizio da ripetere quanto si vuole. Bisogna capire il perché del pianto, riconoscere cosa sta accadendo e agire sulla regolazione del sistema nervoso.
Che cosa fare? Gli psicologi consigliano di cambiare temperatura del corpo, ad esempio sciacquandosi il volto con acqua fredda. L’acqua fredda calma la mente, e così anche lo sport. Fare esercizio, flessioni, addominali, corsa, aiuta a liberare le endorfine, che migliorano l’umore. Oppure la meditazione aiuta a liberare la mente e a superare il trauma.
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Gestire il pianto non è affatto semplice, ma bisogna saper distinguere il pianto sano da quello deleterio. Inoltre, non è detto che sia una pratica da affrontare da soli, come accennato in precedente, piangere è anche un comportamento sociale. Circondarsi di persone care e affidabili è un buon metodo per non pensare alle lacrime o per sfogarsi. Nei casi più stremi, meglio parlarne con un terapeuta.